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Bocciamo i quiz Invalsi e votiamo contro il loro inserimento nel POF

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BOCCIAMO I QUIZ INVALSI E VOTIAMO CONTRO IL LORO INSERIMENTO NEL POF
Non riusciremo ad aumentare gli stipendi, ma vareremo un sistema di incentivi basato sui test Invalsi (MARIASTELLA GELMINI, “La Repubblica” 9/10/2011)
 
Si erano affannati a dire che non era vero, ma ormai il progetto è dichiarato e chiaro a tutti: mentre si massacra la scuola pubblica (e insieme a lei le pensioni, la sanità, gli stipendi, i diritti dei lavoratori), si cerca di far passare un modello meritocratico per il quale, se la tua scuola non ha soldi e il tuo stipendio è una miseria, la colpa alla fin fine è anche (anzi soprattutto) tua.
D’altra parte ciò era chiarissimo anche analizzando la manovra estiva, quando Tremonti, mentre tagliava ancora una volta le risorse alle scuole e bloccava contratti e stipendi continuando ad espellere i colleghi precari, trovava però magicamente il modo di aumentare le risorse per l’istituto INVALSI ponendolo sempre più al centro dei processi di ristrutturazione della scuola pubblica.
E un’altra, allarmante conferma ci viene dalla recentissima lettera di Berlusconi alla UE, laddove si afferma che tra le proprie azioni prioritarie il governo italiano assume il rafforzamento della valutazione delle scuole sulla base degli INVALSI, con finanziamenti differenziati a seconda del merito e, già a partire dal prossimo anno, con azioni di “ristrutturazione” per quelle che andranno male (proprio sul modello USA, disastroso e al quale là si sta cercando di porre rimedio); vi si dice anche che si procederà all’aumento “dell’impegno didattico”, che si agirà sul “livello stipendiale” e che si introdurranno nuove forme di reclutamento (= la chiamata diretta dei presidi).
Stanno facendo pagare la crisi ai lavoratori in carne e ossa e stanno distruggendo pezzo per pezzo i servizi pubblici, mentre salvano  e ingrassano quella finanza virtuale delle banche e banchieri che sono i primi responsabili del disastro delle nostre economie. Devono riscrivere un intero modello di società e hanno bisogno di abolire finanche il concetto di “diritto” (alla scuola, alla vecchiaia, alla salute).
E’ un modello che si ripropone per i finanziamenti all’istruzione: si taglia il corpo vivo della scuola, si colpisce la didattica, si tagliano gli stipendi, ma si finanzia il fumo di coloro che pretendono di  misurare i nostri risultati. Il merito per pochi al posto dei diritti di tutti.



NOI LA CRISI NON LA VOGLIAMO PAGARE e VOGLIAMO DIFENDERE LA SCUOLA BENE COMUNE.
Noi docenti abbiamo la possibilità di dare subito un segnale forte e concreto di contrapposizione netta riprendendo la mobilitazione contro i quiz INVALSI e votando contro l’introduzione delle prove nel POF, così come già sta accadendo in molte scuole italiane. I presidi nei collegi proveranno a ripetere il ritornello dell’obbligatorietà, ma ricordiamo a loro e ai colleghi che respingere le prove è un atto completamente legittimo così come anche confermato dalla Direttiva annuale del MIUR (n.88) e dalla la Nota n. 6830 (18.10.2011) che conferma che è il Collegio docenti a decidere; citiamo: «Gli impegni connessi allo svolgimento delle rilevazioni dovranno trovare adeguato spazio di programmazione nell’ambito del piano annuale delle attività, predisposto dal dirigente scolastico e deliberato dal collegio dei docenti ai sensi dell’art 28, comma 4, del vigente C.C.N.L.. Inoltre il riconoscimento economico per tali attività potrà essere individuato, in sede di contrattazione integrativa di istituto, ai sensi degli artt. 6 e 88 del vigente C.C.N.L.»
Il piano annuale delle attività  contiene delle attività obbligatorie (partecipazione a collegi, a consigli di classe, ecc.) per le quali non si percepisce nessun salario aggiuntivo, sono i nostri obblighi di lavoro previsti dal contratto nazionale; tutte le attività invece che vengono pagate in base alla contrattazione di istituto sono “aggiuntive”;  queste attività hanno due caratteristiche: 1) non sono obbligatorie 2) devono essere deliberate dalla scuola e inserite nel POF.
Dunque andiamo nei collegi e chiediamo di votare sull’inserimento o meno delle prove nei POF; è naturalmente più che legittimo respingere alcune parti del POF e approvarne altre. La cosa importante  è capire  e far capire  che i quiz non sono affatto obbligatori e infatti vengono nei collegi  a farci votare;  se il governo vuole rendere obbligatori i quiz, faccia una legge, ma non si aspettino che siano i docenti italiani, massacrati negli stipendi e nei diritti, a legalizzarli.
Intanto la macchina INVALSI ha già dovuto rallentare dietro la mobilitazione dello scorso anno: la Gelmini aveva dichiarato che i quiz sarebbero stati introdotti alla maturità (in sostituzione della terza prova), poi si era ridimensionata dicendo che per il 2012 si sarebbero svolti i quiz solo in alcune quinte campione; ma le quinte del 2012 possono stare tranquille: il MIUR svolgerà solo un’analisi a campione dei temi svolti; hanno avuto paura che l’opposizione ai quiz si rafforzasse con la presenza degli alunni e delle famiglie dell’ultimo anno delle superiori. Retromarcia anche nell’implementazione dei quiz per l’esame di terza media: tutto resta come prima e non ci sarà il quiz né per inglese né per scienze.
Il Ministero cerca però di recuperare il consenso perduto e ha stanziato molto soldi per organizzare una propaganda capillare scuola per scuola, per spiegare a docenti e famiglie (perché come al solito non abbiamo capito bene …) la bontà, serietà e necessità dei quiz.
Ma il mondo della scuola sono anni che vive i quiz come un corpo estraneo alla didattica e sono anni che ne testa l’approssimazione e la scarsa scientificità; l’istituto INVALSI è un carrozzone che sbanda senza sosta: dopo i pastrocchi all’esame di terza media (risposte sbagliate, telefonate convulse alle scuole e raddoppio del lavoro per gli insegnanti), ecco l’incredibile vicenda del concorso a presidi (quiz sbagliati, approssimativi, oscuri, annullati, reinseriti); e noi dovremmo dare in mano a loro la valutazione dei nostri allievi, del nostro lavoro, delle nostre scuole?
ESEMPIO DI MOZIONE PER IL COLLEGIO DOCENTI
Il Collegio Docenti dell’Istituto……………………………. riunito il ……………………………………., esprime un giudizio negativo sulle prove INVALSI,  in quanto le stesse non si presentano solamente come strumenti esterni di rilevazione degli apprendimenti, ma interferiscono nell’atto didattico-educativo e rappresentano uno strumento che, in vista delle rilevazioni,  modifica l’attività didattica e le sue metodologie proponendo una standardizzazione degli insegnamenti e mettendo in secondo piano le capacità di analisi, sintesi ed elaborazione critica degli allievi.  Pertanto le prove INVALSI non paiono coerenti con il piano educativo e didattico della nostra istituzione scolastica e dunque, in base ai poteri conferiti al Collegio Docenti dal Decreto Legislativo, n. 297/1994 «(Il Collegio docenti  ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico art.7 c. 2) e dal CCNL (Prima dell’inizio delle lezioni, il dirigente scolastico predispone, sulla base delle eventuali proposte degli organi collegiali, il piano annuale delle attività e i conseguenti impegni del personale docente, che sono conferiti in forma scritta e che possono prevedere attività aggiuntive. Il piano, comprensivo degli impegni di lavoro, è deliberato dal collegio dei docenti nel quadro della programmazione dell’azione didattico-educativa art. 28  c.4»)
delibera
di non inserire nel piano annuale delle attività/nel POF relativo all’a.s. 2011/2012 le attività di somministrazione e correzione delle prove INVALSI.
Nel caso la mozione andasse in minoranza nel Collegio, fatela verbalizzare con i nominativi dei colleghi che la sostengono e motivate il vostro personale rifiuto come “opzione metodologica di gruppo minoritario” che, come recita l’art. 8 dpr 275, entra a far parte del POF. Nessuno poi vi potrà obbligare a somministrare e/o correggere le prove.

 

RIPRENDIAMOCI I COLLEGI DOCENTI

DIFENDIAMO LA LIBERTA’ D’INSEGNAMENTO E LA QUALITA’ DELLA DIDATTICA

 
GIU’ LE MANI DALLA SCUOLA PUBBLICA BENE COMUNE
LA CRISI SIA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA
 
 
 
 
 
COBAS-Scuola
sede provinciale di Reggio Emilia
via Martiri della Bettola n.6
apertura: martedì dalle 17 alle 19,30
tel. 331/8826698 - 339/3479848 – fax 0522/282701
cobasre@yahoo.it               www.cobas-scuola.it

Pubblicato Giovedi 03 Novembre 2011 - 19:36 (letto 2841 volte)
Comment Commenti (2) Print Stampa

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