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da Carpi una proposta

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Ragionando insieme a Genitori e Scuola abbiamo partorito un'idea che può essere utile alle iniziative sulla scuola che si deciderà di intraprendere da qui in avanti.
L'idea è di costitutire una CONSULTA NAZIONALE IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA STATALE di cui facciano parte tutte le associazioni/comitati/coordinamenti che si riconoscano nel progetto.
Abbiamo preparato una bozza di lettera/proposta da far circolare tra le possibili realtà interessate, che potrebbe essere firmata da un nucleo iniziale di firmatari a cui verrà indirizzata questa mail. Nel testo della bozza in fondo, troverete un possibile elenco di primi firmatari, ma se se ne aggiungono altre non può che essere meglio.
Ovviamente la lettera/proposta è in bozza e aperta ad ogni possibile modifica da concordare e condividere.
Fateci sapere cosa ne pensate
 
ciao


PER UNA CONSULTA NAZIONALE IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA STATALE

La condizione della Scuola Pubblica in Italia sta peggiorando giorno dopo giorno, finanziaria dopo finanziaria, pseudo-riforma dopo pseudo-riforma. Il tutto sembra accadere in un clima di progressivo calo di attenzione non solo da parte dei cittadini, ma anche da parte delle componenti stesse della scuola: docenti, genitori, studenti, personale della scuola. Le tante iniziative ideate con fantasia in questi anni hanno avuto come unico scopo quello di limitare i danni piuttosto che occuparsi di quel miglioramento di cui la Scuola Italiana ha comunque bisogno.

 

Nonostante tutto, però, ancora oggi vivono e agiscono a livello nazionale diverse associazioni che si occupano della scuola e che perseguono lo stesso obiettivo: sostenere e migliorare la Scuola Pubblica Italiana. Pur nella consapevolezza di essere minoranza, queste associazioni esprimono una volontà ancora ferma di opporsi al degrado in atto.

 

Sappiamo benissimo che questo sforzo costa, e tanto, e produce risultati limitati, ma necessari. Ecco perchè abbiamo pensato di creare un coordinamento delle Associazioni/Comitati/Coordinamenti che si occupano di sostenere la scuola pubblica, una sorta di consulta, che permetta di creare proficue sinergie per l’ideazione e l’attuazione di nuove iniziative e per favorire un’adesione più ampia possibile alle iniziative che vengono proposte di volta in volta.

 

Per poter raccogliere tali realtà associative in un “progetto” unico, una strategia concordata, ci sembra utile prima di tutto cercare di costruire un terreno comune che ci permetta di lavorare insieme, pur nella diversità. Ogni realtà associativa, infatti, ha una sua caratterizzazione: di origine, di rappresentanza, di sensibilità, di sentire. Alcune sono emanazione delle istituzioni (Coordinamenti dei Presidenti di Consiglio di Istituto/Circolo) o delle scuole stesse (assemblee delle scuole), altre sono associazioni che riuniscono genitori, insegnanti, o miste, o anche solo persone interessate al futuro della Scuola Pubblica. Non si tratta, a nostro avviso, di unire omogeneizzando, dimenticando cioè radici, storia e peculiarità, ma di coordinare le attività mantenendo le proprie “diversità”, per fondare su di esse qualcosa di nuovo e condiviso. Come diceva Don Milani, si tratta di cercare una fine tutti insieme: “Cercasi una fine”, una fine degna della scuola che vorremmo per i nostri figli, per i nostri studenti. Una fine che li aiuti a formarsi come persone libere di scegliere da quale parte stare e non che li trasformi in esseri indifferenti, privi di motivazioni.

 

Dobbiamo avere il coraggio di cambiare rotta e chiamare i ragazzi a far parte del tavolo delle discussioni. Fare iniziative con i ragazzi, cambiare la scuola insieme ai ragazzi. Per strada ci siamo dimenticati la parte più importante di tutta la faccenda, i veri protagonisti. Non dovremmo più “insegnare”, ma trasmettere: amore per la vita, passione, voglia di fare, di condividere, di partecipare attivamente.

 

Dovremmo perdere la paura per la politica.

 

Parole come educazione, istruzione, conoscenza sono scatole vuote se non le riempiamo dei necessari contenuti politici e ideali, se non pretendiamo l'integrale applicazione dell'articolo 3 della carta costituzionale che dopo aver dichiarato che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, senza alcuna distinzione di razza, religione e sesso, impone allo Stato – e quindi a tutti noi come dovere morale – di contribuire a superare tutti gli ostacoli materiali, sociali, economici che impediscono l'effettivo esercizio di questa uguaglianza. Perché una cosa sono le idee, le parole e un'altra le azioni concrete, e se le prime non corrispondono alle seconde, allora le parole sono un inganno, e di inganni, tanti inganni, sono costruiti i bei discorsi sulla scuola, scritti sui documenti ministeriali di destra e di sinistra. Educare significa tirar fuori ciò che è nascosto, le aspirazioni, i desideri, le aspettative di ogni singola persona, in uno spazio di autonomia, secondo il progetto di crescita di ciascuno.

 

Il minimo comun denominatore di tutti noi, che abbiamo a cuore le sorti dell'istruzione pubblica, dovrebbe essere un progetto comune di scuola a prescindere dal proprio ruolo di docenti, genitori o studenti. Abbiamo questo progetto comune o no? E se non ce l'abbiamo, su quali idee, priorità, contenuti lo vogliamo costruire? Non credete che sia questa la domanda alla quale chi è impegnato a vario titolo nella scuola, dovrebbe provare a rispondere? E se pensassimo a dare un messaggio di speranza ai giovani invece di tante oscure incertezze?

 

Un buon punto di partenza per aggregare su questo “progetto”, un elemento comune che permetta a ciascuno di riconoscersi nella diversità, può essere tratto dall’ ”idea di scuola” che emerge dall’introduzione della “Legge di iniziativa popolare per una Buona Scuola per la Repubblica”. Quell’iniziativa ci è sembrata, e ci sembra, un ottimo esempio di un progetto che è riuscito ad aggregare; conviene forse ri-partire da lì.

 

"Un'idea, un concetto, un'idea – cantava Giorgio Gaber – finchè resta un'idea è soltanto un'astrazione, se potessi mangiare un'idea avrei fatto la mia rivoluzione".

 

Molti di noi un'idea di scuola ce l'hanno. Ma non l'hanno ancora mangiata. Fuori dalla poesia e tradotto in prosa volgare: costruiamo azioni collettive contro questa scuola che non ci piace, questa scuola che è la coerente, conseguente applicazione di un'altra idea, l'idea dell'istruzione e del sapere secondo il modello liberista, che si va imponendo non solo da noi, ma dall'Inghilterra alla Repubblica Ceca - per ridurre a soli due esempi il suo ampio spettro - la sua estesa area di persuasione ideologica.

 

Riassumerla nella formula della "scuola azienda" rischia di diventare a questo punto persino riduttivo. E' ben di peggio. E' una scuola che rinuncia alla sua missione democratica di lavorare alla formazione del cittadino per privilegiare l'assuefazione al lavoro precario, subordinato agli interessi del profitto immediato, alle esigenze del “datore di lavoro”. Una scuola pubblica ridotta a fabbrica per la produzione di nuovi sudditi da avviare alla catena è una scuola di cui si può anche fare a meno, perché svolge una funzione che può essere meglio assolta da enti privati, o dai corsi di formazione professionale. E' una scuola superflua. Da qui, del tutto conseguentemente, la politica dei tagli, delle riduzioni d'organico, dello svuotamento degli organi di partecipazione democratica, sostituiti in prospettiva dai consigli di amministrazione, più adatti ai nuovi scopi.

 

Occorre aprire gli occhi a tutti quei genitori che non si rendono conto del genocidio culturale verso cui questa idea di scuola consegna i loro figli, ai quali, semplicemente, viene negato il futuro. Vogliono farci tornare ad una realtà in cui c'è chi è nato per studiare e chi è nato per zappare, come ai tempi di Don Milani: il Governatore della Banca d'Italia ha detto recentemente che la mobilitàsociale nel nostro paese è quasi nulla. Ma non è solo un futuro di emancipazione socio-economica che si vuole negare ai nostri figli, è proprio il futuro tout-court, perchè senza crescita personale, senza emancipazione culturale, non c'è libertà e senza libertà non c’è futuro.

 

E allora occorre schierarsi senza trabocchetti, senza infingimenti, senza scappatoie conciliative o bipartisan. Da una parte c’è l'idea di una scuola promotrice dell'affrancamento, dell'autonomia critica di tutti e di ciascuno, nel rispetto delle differenze e dei diversi ritmi di crescita e progetti di vita; una scuola che educa all'uguaglianza delle opportunità e tendenzialmente dei risultati, mettendo effettivamente tutti nella condizione di potervedere riconosciuto e valorizzato il proprio talento, secondo il dettato della Costituzione. Dall’altra c’è l'idea di una non-scuola consegnata alle logiche dell'interesse di pochi, una scuola promotrice della soverchieria, dell'ignoranza, del privilegio.

Siamo giunti ad un punto in cui tutti siamo chiamati a scegliere.

 

Ecco le ragioni che ci hanno portato a lanciare la proposta di una Consulta delle associazioni che hanno a cuore le sorti della Scuola Pubblica Statale.

Il primo passo potrebbe essere un incontro nazionale su un odg da decidere insieme a tutte le associazioni che decideranno di promuoverlo, al termine del quale verrebbe formalizzata la nascita della consulta e il suo statuto.

 

La proposta dovrebbe partire da un nucleo di associazioni/comitati/coordinamenti primi firmatari che potrebbero essere:

 

Genitori e Scuola

ScuolaFutura - Carpi

Coordinamento Buona Scuola – Carpi

Coordinamento Presidenti di Consiglio di Istituto, di Circolo e Comitati Genitori della Provincia di MO

La Scuolasiamonoi – Parma

Retescuole – Milano

Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova

NapoliScuole-Zona Franca

Associazione Scuola della Repubblica

Comitato Bolognese Scuola e Costituzione

Gruppo di lavoro dell’Assemblea delle scuole di Bologna

… (avete altre idee?)

 

La proposta iniziale sarebbe da estendere a qualche realtà rappresentativa degli studenti, fate proposte o se avete contatti …

Pubblicato Lunedi 17 Gennaio 2011 - 16:17 (letto 2811 volte)
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