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13 luglio- nuova protesta sotto i portici del grano

appuntamenti.pngMercoledì 13 Luglio NOI CITTADINI INDIGNATI DI PARMA ci ritroveremo tutti dalle 17 in poi sotto i portici del grano (Piazza Garibaldi), per la quinta volta a ribadire la nostra indignazione verso l'amministrazione Vignali. Saremo ancora in tanti, più motivati che mai a fornire un'altra pacifica ma dura protesta per "un modo di vivere" che a noi non sta bene e per dire "basta alle partecipate, ora la parola ai cittadini" e non ce ne andremo fino a che non saremo ascoltati.
 
A tal proposito chiediamo a tutti uno sforzo affinché ci raggiungiate dopo il lavoro e invitiamo chiunque a portarsi panini, torte o qualunque altro genere alimentare per una mangiata in compagnia nel luogo divenuto simbolo delle "mangiate" a spese nostre.

Daremo voce ai cittadini e approfondiremo le tematiche relative alle motivazioni che ci spingono, ancora una volta, a manifestare il nostro dissenso.

Chiederemo, secondo le norme dello Statuto del Comune di Parma, che un nostro rappresentante intervenga in Consiglio Comunale per leggere un documento scritto e approvato dalla piazza.

Uniamoci tutti per il bene della città!

Segnaliamo che la petizione online per le dimissioni del Sindaco e della giunta ha superato le 1000 firme, altre 450 circa le abbiamo raccolte su carta.

Chiediamo a tutti coloro che condividono la nostra protesta di firmare e far firmare, dobbiamo dimostrare che la città non ne può più di corrotti e dice a gran voce BASTA!

L'indirizzo per firmare è il seguente:
http://www.liberacittadinanza.it/petizioni/sindaco-vignali-dimettiti


Saluti
Maria Ricciardi
(Ass. Liberacittadinanza)

Ciao a tutti/e,

in queste settimane tanti di noi erano sotto i portici del grano per manifestare il loro disgusto nei confronti di una politica non soltanto corrotta, ma completamente indifferente al bene comune.

La Scuola Siamo Noi ha condiviso fin dall'inizio la giusta indignazione della città di fronte ad un attacco gravissimo ai beni comuni e al taglio pesantissimo sul sociale e sui servizi alla persona, compresi quindi asili e scuole materne, elementari e medie.

Come docenti, genitori e studenti sentiamo di essere stati oggetto di scelte assai discutibili e dunque la nostra richiesta di dimissioni del sindaco Pietro Vignali e della sua giunta nasce non solo e non tanto da una presa di posizione partitica, quanto dall'evidenza che le scelte di stampo neoliberista che sono state fatte dal governo e assecondate da ormai 14 anni da questa amministrazione comunale si sono tradotte in un grave impoverimento della qualità delle nostre scuole e dei nostri asili, che reggono solo per la dedizione di tanti docenti e per i contributi anche economici dei genitori.

A seguire una breve analisi della politica scolastica nel Comune di Parma che ho scritto per il Comitato cittadini dei Portici del Grano.

 

POLITICHE SCOLASTICHE ED EDUCATIVE

 

Nel campo specifico della politica scolastica ed educativa il Comune di Parma, giunte Ubaldi-Vignali, ha operato le seguenti scelte:



1) progressiva privatizzazione del settore educativo: ParmaInfanzia SpA e Parma ZeroSei. Da oltre dieci anni contestiamo la scelta di privatizzare di fatto i servizi educativi nel segmento 0-6 anni. Parma è stata un "modello" in Italia in quanto a creatività nelle esternalizzazioni, lo sappiamo bene. Ed ora ciò appare molto chiaramente in tutte le sue conseguenze con l’operazione Parma0-6.

L’operazione “Parma06” danneggia i servizi educativi comunali e presenta aspetti preoccupanti:

-          nega, qui ed ora, la continuità educativa, elemento fondante il progetto pedagogico dei nostri servizi, garantita all’atto dell’iscrizione ai bambini di tre strutture: parliamo di più di trecento bambini.

-          non offre garanzie sul futuro assetto di questi asili e scuole dell’infanzia: l’unica certezza è che il tempo a disposizione per l’organizzazione di una nuova gestione è assolutamente inadeguato ad un servizio di tale complessità (il prossimo mese di agosto).

-          disperde il patrimonio di cultura educativa, professionale e organizzativa accumulato da tre strutture comunali pienamente efficienti.

-          provoca ripercussioni sull’intero servizio educativo comunale che dovrà essere frettolosamente riorganizzato per ridistribuire il personale di ruolo, mentre il personale a tempo determinato risulterà in esubero e quella professionalità costruita nel servizio pubblico verrà dispersa o regalata al partner privato.

-          affiderà ad un soggetto privato la gestione di sei Strutture Operative (tra asili, scuole d’infanzia e spazi bambino) esistenti in tre sedi, più tre nuove strutture operative previste dopo la costruzione di una nuova sede a Corcagnano. Il comune riscuoterà le rette e verserà al gestore un corrispettivo, attualmente in bianco, per ogni bambino. Nel corso di una trasmissione televisiva l’Assessore ha presentato una stima del “risparmio” che questa gestione porterà rispetto all’attuale gestione diretta in termini di “costo-bambino”. Dal momento che tutte le altre voci di spesa, si spera, non possono essere compresse, il “costo” ridotto è evidentemente quello del lavoro. Il Comune non ha strumenti per ottenere che il privato si adegui agli attuali standard raggiunti dal servizio pubblico in materia di reclutamento del personale, formazione in servizio, orario di lavoro, compresenza nelle sezioni (salvo limiti di legge), inquadramento contrattuale del personale.

Quando entrano interessi privati nel campo dei servizi pubblici che servono alla comunità, che rispondono a bisogni e diritti delle persone, il risultato è contraddittorio, perchè questi non sono "quasi-mercati" (come dice l'arretrato e ideologico Libro Verde del Comune): sono beni comuni. Il 12 giugno la maggioranza netta dei cittadini ha detto chiaramente come la pensa su questo argomento ed ha abrogato la normativa (articolo 23-bis del d.l. n. 112/2008) che disciplinava la gestione dei servizi pubblici "a rilevanza economica" e su cui si fondava anche questa operazione. Infine, la situazione in cui si trova il Comune sconsiglia più che mai di continuare sul percorso di nuove società partecipate, o no? Se esiste un problema serio nel "riportarle sotto controllo", non è il caso di trarne le logiche conseguenze e non perseverare? Alla luce delle nuove vicende, con che spirito possiamo fidarci del controllo che il Comune effettuerà sulla nuova società partecipata a maggioranza privata?

2) Politica scolastica: sappiamo bene che la principale responsabilità della situazione in cui versa il sistema della pubblica istruzione italiana è del governo e del ministro Gelmini nella fattispecie; riconosciamo che è stata inviata dal sindaco, su sollecitazione di genitori, docenti e cittadini, una lettera al ministro, nella quale si dava voce alla grande preoccupazione di tanti cittadini di Parma per i pesantissimi tagli agli organici e ai finanziamenti nelle scuole del territorio. A questa lettera non è stata data, a quanto sappiamo, alcuna risposta. Il Sindaco e l'assessore alla scuola devono farsi portatori di un appello urgente presso il MIUR e il Governo, in rete con i loro colleghi delle altre città, affinchè venga concesso organico aggiuntivo e possano essere attivate più classi e garantito più tempo scuola di qualità a tutti/e. Dovranno inoltre essere sostenuti intervenendo ad adiuvandum i ricorsi al TAR dei genitori e dei docenti danneggiati dai tagli agli organici operati dal Ministro Gelmini.

3) Edilizia scolastica: abbiamo sollecitato più volte l'intervento dell'assessore Bernini, che nei pochi mesi dalla sua nomina si sarà reso ben conto della situazione in cui versano le scuole della nostra città, tanto che è arrivato a dire "meno rotonde e più tetti per gli asili". E non era una metafora: gli asili, ma purtroppo anche tante, tante scuole, non hanno il tetto che regge, alcune nemmeno le fondamenta. Le classi sono sovraffollate, a rischio sicurezza. Curioso, in una città che ha fatto della "sicurezza" la sua bandiera! Siamo pieni di telecamere e di vigili, polizia, esercito e carabinieri e poi i nostri bambini (non tutti, quelli della Scuola Europea avranno una scuola da 32 milioni di euro) convivono per ore in ambienti assolutamente non idonei e fuori norma. Le classi sono veramente invivibili, soprattutto alle scuole medie, dove in molti casi si superano i 28 alunni per classe. Mancano mense adeguate e spazi per giocare o palestre. A Baganzola manca la mensa, e i ragazzi mangeranno in classe.

4) Tempo scuola: anche in questo caso, sappiamo perfettamente che i tagli sono stati decisi dal MIUR e che l'amministrazione comunale può solo cercare di contribuire a migliorare la qualità dell'offerta formativa delle scuole. L'ente locale non può sostituirsi allo Stato che non finanzia e non fornisce personale. Però può decidere di devolvere direttamente alle singole istituzioni scolastiche il suo contributo per il funzionamento della scuola, ed essa può utilizzare quei fondi per pagare ore aggiuntive ai docenti, magari proprio a quei precari che a causa dei tagli hanno perso il loro posto di lavoro. E invece il Comune cosa fa? Si offre di fornire personale esterno, per tappare i buchi e accontentare i genitori che chiedono tempo pieno per i loro figli. E ovviamente fornisce personale precario e non sempre qualificato, reclutato dalla cooperativa sociale (di solito una grossa, visto che solo quelle grosse possono garantire ua serie di requisiti normativi) che vince l'appalto al ribasso. Emblematico il caso Camst, la coop che fornisce e serve i pasti alle scuole di Parma. All'inizio dello scorso anno scolastico, la Camst è stata cordialmente invitata dall'assessore Bernini a garantire gratuitamente il servizio di sorveglianza per mensa e dopomensa, date le dimensioni del contratto che le viene garantito. La Camst ha detto sì, ha fatto un corso di 20 ore alle sue cuoche, ha fornito loro un grembiulino diverso da indossare una volta scodellato per trasformarsi in vigilanti, non so se abbia corrisposto loro o meno un compenso aggiuntivo, in ogni modo i genitori hanno pagato il servizio al Comune con la promessa di veder restituire quei soldi alle loro scuole, che avrebbero potuto usarli per progetti e altre necessità. Ad oggi, non un euro delle quote corrisposte dai genitori è stato reso alle scuole cittadine.

Non parliamo poi del tempo prolungato alle medie, defunto senza neppure le esequie. Tra le altre cose, la fascia di età corrispondente alla scuola media versa nel più totale abbandono quanto ad offerta scolastica ed attività pomeridiane extracurricolari.

5) Rappresentanza e partecipazione: da tempo i Presidenti dei Consigli di Istituto e di Circolo della città chiedono all'assessore di turno che venga formalmente riconosciuta la loro presenza e partecipazione al Tavolo della Scuola. E' veramente assurdo che gli unici rappresentanti eletti dai genitori non possano partecipare alla discussione sulle scelte che saranno operate in politica educativa e organizzazione della rete scolastica, scelte che ricadranno innanzitutto sui loro figli. Il Coordinamento dei Presidenti dei CdI e di Circolo deve essere formalmente riconosciuto e partecipare al Tavolo, così come giustamente devono essere presenti al Tavolo i sindacati in rappresentanza dei lavoratori della scuola.

6) Dal mondo patinato dei depliant e delle brochure distribuite dal Comune ai tempi dell'assessore Giampaolo Lavagetto e della scuola morattiana in cui l'importante era apparire nuovi, moderni, giovani e belli, tanta tanta apparenza (project financing e marketing) e poca qualità (la sostanza dell’education), siamo passati al tono irridente e provocatorio dell'interregno Buzzi e agli ammiccamenti dell’assessore Bernini. E l'unica risposta, tra l'altro addirittura ridicola sul piano istituzionale, è stata quella di Villani, che ha sostenuto che le responsabilità dei tagli sono della Regione e che comunque le nostre scuole sono in ottime condizioni. Ai tempi della Gelmini, questo comune che ha preferito spendere i soldi dei cittadini in ben altra maniera, si ritrova a non aver denunciato adeguatamente ciò che accade nelle sue scuole e nei suoi asili, divenendo corresponsabile dello scadimento della loro qualità, oltre che delle eventuali situazioni di rischio che potessero verificarsi. Da mesi chiediamo un incontro pubblico con Vigili del Fuoco, Dirigente dell'ufficio scolastico di Parma, dirigenti scolastici e assessorati alla scuola di Comune e Provincia, per comprendere meglio quali siano le normative e di chi siano le responsabilità delle troppe deroghe concesse, spesso solo verbalmente. Non c'è stata la disponibilità, nè si è sentita l'urgenza di farsene promotori e questa ci sembra una scelta molto grave, specie alla luce della recente sentenza del TAR del Lazio, che ha accolto il ricorso del Codacons contro le classi pollaio, imponendo un risarcimento ai ricorrenti e della sentenza del TAR della Puglia, che ha riconosciuto la settimana scorsa anche il danno pedagogico e didattico derivante dall'inadeguatezza degli ambienti e da classi troppo numerose.

Roberta Roberti

Pubblicato Martedi 12 Luglio 2011 - 07:46 (letto 3183 volte)
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