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La scuola è ancora per tutti?- materiali e riflessioni

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Materiali: lascuolasiamonoi/misc/file/Schema%20incontro%2011%20febbraio-%20Diffusione.ppt
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Riflessioni sull’incontro dell’11 febbraio 2011- “La scuola è ancora per tutti?”

1-    I partecipanti: In tutto una ottantina di genitori, docenti, membri di consigli di Istituto, qualche esponente politico ed amministratore. Nonostante lo sforzo di diffusione dell’iniziativa, si nota fatica a coinvolgere sia genitori che docenti.

2-    Le assenze: La stampa (nessun giornalista né articoli nei giorni successivi). Solo Il Nuovo ha chiesto un articolo a Roberta Roberti che ha pubblicato prima dell’incontro (vedi allegato). L’Informazione aveva inserito un articolo di presentazione dell’incontro una settimana prima.

3-    Le assenze: 1 solo Dirigente Scolastico, nessun consigliere comunale o provinciale. Pedroni e Villani, espressamente invitati, non rispondono. L’on. Motta e i consiglieri comunali Mantelli e Caselli hanno mandato messaggi per scusare l’impossibilità ad essere presenti.

4-    I contenuti: alleghiamo le slide con le domande ed i temi sviluppati dai tre invitati.


Dal settimanale Il Nuovo di Parma

 

Premi&castighi 

 

Ma la scuola è ancora per tutti?

 

Ci sono due parole che riassumono quanto sta accadendo negli ultimi 10 anni alla scuola italiana: si chiamano premialità e privatizzazione.

La premialità riguarda studenti, docenti e istituzioni scolastiche: mira a valutare per distinguere bravi e scadenti, buoni e cattivi, ma non al fine di costruire una buona scuola, con docenti motivati e valorizzati, messi in condizione di svolgere il loro ruolo di educatori in condizioni per lo meno adeguate, e con studenti aiutati a crescere, come cittadini e come persone, a valorizzare le proprie capacità e attitudini, a superare le proprie difficoltà e affrontare le proprie incertezze. Men che meno punta a sostenere le scuole dotandole di risorse adeguate e di spazi sicuri e confortevoli




La premialità mira a creare competizione, perché valuta allo scopo di premiare i bravi e punire i meno bravi, e secondo parametri per nulla trasparenti e significativi dal punto di vista pedagogico e didattico. La valutazione non viene fatta allo scopo di fornire gli strumenti organici  e continuativi per sostenere la qualità della scuola e dei processi educativi, intervenendo laddove si fossero verificate delle difficoltà. La competitività indotta distrugge l’idea di scuola inclusiva e cooperativa, cancella la collegialità e non consente l’educazione alla cittadinanza.

La premialità semplicemente espelle chi non è adeguato e chi non ce la fa. Lo esclude dalla serie A e lo relega in B, non fornendogli nessuna reale possibilità di migliorarsi, che esso sia studente, docente o istituto scolastico.

Le campagne mediatiche sugli insegnanti fannulloni e sugli studenti perdenti nelle classifiche internazionali hanno fatto leva sulla facile demagogia, nascondendo ciò che stava avvenendo nel frattempo da anni nelle scuole italiane: classi sovraffollate, azzeramento dei fondi per l’aggiornamento dei docenti, chiusura delle SISS senza alcun piano alternativo sensato di formazione dei docenti, fine delle compresenze e di ogni qualsiasi possibilità di didattica personalizzata, mancanza di fondi per corsi pomeridiani di recupero e di sostegno allo studio, nessuna continuità didattica, tagli alle ore di laboratorio, tagli al sostegno e all’alfabetizzazione degli studenti migranti, tempi di apprendimento compressi e frammentati, e via discorrendo.

Altro che valutazione, qui ci vuole la croce rossa!

Ma invece della croce rossa, ci propongono la privatizzazione del sistema educativo. E come?

Cominciamo col dire che senza i soldi dei contributi volontari dei genitori le scuole sarebbero finite in bancarotta negli ultimi tre anni. Il diritto allo studio ha subito un taglio del 75% tra scuola e università. I finanziamenti alle scuole pubbliche sono stati decurtati di 8 miliardi di euro in tre anni. Il personale della scuola pubblica ha subito e subirà una decurtazione complessiva di 150.000 posti di lavoro nello stesso periodo. I finanziamenti alle scuole private sono l’unica voce in attivo, essendo notevolmente aumentati. Il taglio del tempo scuola, del numero di classi e di personale spingono molte famiglie a iscrivere i loro figli a scuole private. Ovviamente, pagando. Le scuole superiori, come le università, diverranno fondazioni, aperte a soggetti privati e pubblici che le sostengano finanziariamente.

E’ giusto chiedersi se e come premialità e privatizzazione abbiano già inciso sulla qualità delle nostre scuole, a partire da quelle del nostro territorio. Perché temiamo fortemente che la loro combinazione possa far sì che la scuola non sia più davvero per tutti, e questo anche nella nostra città, a Parma, che viene considerata a ragione una realtà all’avanguardia per la qualità del suo sistema educativo.

Roberta Roberti
 

5-    Qualche osservazione:

  1. Credo che molti partecipanti siano rimasti senza parole nel sentire la tipologia di risposte che ha fornito l’Assessore Bernini. Ampiamente contrario alla Riforma Gelmini e all’operato del Ministro, concordava con tante delle osservazioni fatte riguardo allo stato della scuola Italiana e degli interventi realizzati. Salvo poi deviare gli argomenti, quando si arrivava al dunque.
  2. Analizzando i tagli del Ministero, la colpa alla fine è della Regione che non supplisce, mentre il Comune sta facendo miracoli per garantire un’alta qualità con tagli immensi nei trasferimenti.
  3. Quando si sono chieste spiegazioni sulle affermazioni e le accuse di Villani e Pedroni ai docenti ed alla scuola pubblica, ha detto che i partiti non esistono più e che lui risponde direttamente a chi lo ha eletto e deciderà se rieleggerlo. Peccato che sia un esponente del PDL, e non di secondo piano, e potrebbe ricordare al suo coordinatore che i problemi esistono!
  4. Sulle politiche per la disabilità, Parma è la città in testa a tutte le classifiche, quindi qualsiasi osservazione di De Michele era fuori luogo, perché nessuno è come la nostra città! Peccato che nella nostra scuola ci sia voluto due anni per avere il finanziamento promesso da lui per la psicomotricità ed è da giugno che stiamo aspettando un lettino per cambiare una bambina e la cooperativa la tira alle lunghe per acquistare, visto che il Comune ora carica tutte le spese sull’appalto affidato alla cooperativa.
  5. Sulla mancata concessione dei tempi pieni, non sapeva assolutamente cosa rispondere, trattandosi di pura verità.
  6.  Sulla circolare del 30% degli alunni stranieri, riconosce che a Parma esistono diseguaglianze tra le scuole, ma il problema sta nel fermare gli esodi degli italiani, non nel dare limiti agli stranieri. Per quanto esalti il Patto per la Scuola, non ha spiegato come questo Patto stia mettendo limiti alla fuga degli italiani dalle scuole a forte presenza migratoria.
  7. Sulla meritocrazia, pare un valore fondante, che ha permesso risultati strabilianti nel Comune di Parma (visti i risultati finanziari, forse è vero, per quel riguarda i dirigenti). Però una forte lamentela l’ha espressa: che un Assessore guadagna un decimo di un Dirigente, e questa è una vergogna!
  8. Credo che l’apice sia comunque giunto nel momento in cui l’Assessore parlava dei costi della politica, del vergognoso esempio offerto da quei politici che usano le scorte e le auto blu per accompagnare le escort! Non sapevo se stavamo assistendo ad un alto momento di dignità istituzionale o a una solenne presa IN GIRO!
  9. Un’ultima osservazione per me insopportabile è la personalizzazione dell’agire amministrativo. Per l’Assessore LUI ha assunto 25 docenti nella scuola materna. LUI oggi ha aperto un nuovo asilo, e così via…Mi dispiace che nessuno riesca a prendere parola e ricordare che i soldi sono pubblici, sono di TUTTI, ed un amministratore sta solo servendo il bene comune.
  10. Un docente ha ricordato lo scandalo della Scuola Europea, dei suoi costi e dei suoi “status” speciali. Sia Bernini che Romanini negano l’utilizzo dei fondi FAS (ricordato anche da Salvatore Pizzo facendo riferimento alla delibera) e ritengono tutta l’opera un po’ cara ma essenziale, inevitabile. (forse come l’inceneritore!)
  11. Non so quali erano le aspettative dei partecipanti. Sicuramente il quadro finale non è stato esaltante né ha fornito prospettive di cambiamento e di inversione di rotta. Rimane come dato positivo la costanza e la determinazione di chi intende continuare a lottare per difendere la scuola pubblica.
  12. Consiglio a tutti di provare a leggere il libro di Girolamo De Michele, nel quale sviluppa i dati e le puntualizzazioni che ci ha offerto nell’incontro, con precisione e competenza.

13.   Sul futuro delle nostre iniziative come coordinamenti (sia dei consigli di istituto, sia di movimenti), si nota una certa difficoltà a tenerci legati e a trovare energie comuni. Credo sia necessario però riunire le forze, senza forzare nessuno, ma valorizzando ogni persona presente e che ha voglia di portare il proprio contributo.La Petizione a Napolitano può essere uno strumento da diffondere nelle scuole e da sviluppare.


Un saluto Giordano Mancastroppa


Ricorso al TAR


"Per la Scuola della Repubblica"
Tel. 06 3337437 -- telefax 06 3723742

e-mail scuolarep@tin.it

sito www.scuolaecostituzione.it

Comunicato

IL TAR del LAZIO DECIDE I RICORSI

CONTRO LA SCUOLA SUPERIORE DELLA GELMINI

Il 17 febbraio 2011 il TAR del Lazio ha tenuto l'udienza di merito sul ricorso presentato

da 2500 genitori,insegnanti, personale ATA e studenti contro la legittimità dei

provvedimenti relativi alle iscrizioni alla scuola superiore e agli organici per l'anno

scolastico 2010-11.

L'associazione Nazionale "Per la scuola della Repubblica" ha sostenuto il ricorso

ponendosi a fianco dei ricorrenti, come aveva sostenuto l'anno precedente la grande

contestazione relativa alla "riforma" della scuola primaria .

In gioco sono infatti il rispetto del diritto allo studio, della professionalità docente, della

qualità dell'istruzione, oltre alla stessa certezza del diritto, poiché i decreti impugnati

sono stati emanati in violazione delle procedure previste dalla normativa vigente ed è

sulle conseguenze negative derivanti da tali disposizioni che si sta svolgendo il presente

anno scolastico.

Già nell'udienza del giugno 2010 il TAR del Lazio aveva dimostrato di recepire le

ragioni dei ricorrenti pronunciando un primo giudizio di illegittimità sui provvedimenti

relativi agli organici e alle iscrizioni. Tale convinzione dei giudici è sembrata

emergere nuovamente nell'udienza del 17 febbraio, anche se accompagnata da

dubbi sull'attualità dell'interesse processuale. La documentazione prodotta dai nostri

legali e le argomentazioni difensive hanno teso a dimostrare il persistere dell'interesse dei

ricorrenti, visto che pesanti tagli sono previsti anche per il prossimo anno scolastico,

tagli che possono essere evitati da un pronunciamento che, confermando le ordinanze

emesse nei mesi di giugno e luglio, annulli i provvedimenti impugnati.

La sentenza sarà resa nota tra un paio di mesi.

Al ricorso hanno aderito le Province di Bologna, Cosenza, Perugia, Pistoia, ViboValentia

e i Comuni di Fiesole, Imola e del Circondario dell'Empolese-Val d'Elsa.

Questi Enti hanno capito la rilevanza di un loro impegno diretto a fianco dei cittadini.

Auspichiamo che ben maggiore divenga in futuro l'impegno dei soggetti istituzionali, cui le leggi e la stessa Costituzione riconoscono competenze nell'ambito dell'organizzazione scolastica del territorio (in primis le regioni), a rivendicare con forza e visibilità il rispetto del proprio ruolo , non in nome della tutela di particolarismi localistici, bensì per la piena attuazione del disegno democratico contenuto nella nostra Costituzione

Roma, 21 febbraio 2011

Comitato "Per la scuola della Repubblica" associazione onlus -

Sede legale via La Marmora 26 50121, Firenze; operativa via Papiniano 38, 00136 Roma,

 

Pubblicato Martedi 15 Febbraio 2011 - 05:46 (letto 4004 volte)
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