Silvio Berlusconi è indegno della carica che ricopre. Chiediamogli di dimettersi!
Se siete d'accordo vi chiediamo di firmare la lettera aperta e di diffondere ai vostri contatti.
L'indirizzo per leggere la lettera aperta e firmarla è il seguente:
http://www.liberacittadinanza.it/petizioni/lettera-aperta-al-presidente-del-consiglio/
Maria Ricciardi (presidente Liberacittadinanza)
www.liberacittadinanza.it
Subject: I: esistono anche altre donne
per chi concorda, in fondo all'articolo c'è il link per firmare la petizione... io l'ho fatto
Le altre donne
di Concita De Gregorio
Esistono anche altre donne. Esiste San Suu Kyi, che dice: «Un’esistenza significativa va al di là della mera gratificazione di necessità materiali. Non tutto si può comprare col denaro, non tutti sono disposti ad essere comprati. Quando penso a un paese più ricco non penso alla ricchezza in denaro, penso alle minori sofferenze per le persone, al rispetto delle leggi, alla sicurezza di ciascuno, all’istruzione incoraggiata e capace di ampliare gli orizzonti. Questo è il sollievo di un popolo».
Osservo le ragazze che entrano ed escono dalla Questura, in questi giorni: portano borse firmate grandi come valige, scarpe di Manolo Blanick, occhiali giganti che costano quanto un appartamento in affitto. È per avere questo che passano le notti travestite da infermiere a fingere di fare iniezioni e farsele fare da un vecchio miliardario ossessionato dalla sua virilità. E’ perché pensano che avere fortuna sia questo: una valigia di Luis Vuitton al braccio e un autista come Lele Mora. Lo pensano perché questo hanno visto e sentito, questo propone l’esempio al potere, la sua tv e le sue leader, le politiche fatte eleggere per le loro doti di maitresse, le starlette televisive che diventano titolari di ministeri.
Ancora una volta, il baratro non è politico: è culturale. E’ l’assenza di istruzione, di cultura, di consapevolezza, di dignità. L’assenza di un’alternativa altrettanto convincente. E’ questo il danno prodotto dal quindicennio che abbiamo attraversato, è questo il delitto politico compiuto: il vuoto, il volo in caduta libera verso il medioevo catodico, infine l’Italia ridotta a un bordello.
Sono sicura, so con certezza che la maggior parte delle donne italiane non è in fila per il bunga bunga. Sono certa che la prostituzione consapevole come forma di emancipazione dal bisogno e persino come strumento di accesso ai desideri effimeri sia la scelta, se scelta a queste condizioni si può chiamare, di una minima minoranza. È dunque alle altre, a tutte le altre donne che mi rivolgo. Sono due anni che lo faccio, ma oggi è il momento di rispondere forte: dove siete, ragazze? Madri, nonne, figlie, nipoti, dove siete. Di destra o di sinistra che siate, povere o ricche, del Nord o del Sud, donne figlie di un tempo che altre donne prima di voi hanno reso ricco di possibilità uguale e libero, dove siete? Davvero pensate di poter alzare le spalle, di poter dire non mi riguarda? Il grande interrogativo che grava sull’Italia, oggi, non è cosa faccia Silvio B. e perché.
La vera domanda è perché gli italiani e le italiane gli consentano di rappresentarli. Il problema non è lui, siete voi. Quel che il mondo ci domanda è: perché lo votate? Non può essere un’inchiesta della magistratura a decretare la fine del berlusconismo, dobbiamo essere noi. E non può essere la censura dei suoi vizi senili a condannarlo, né l’accertamento dei reati che ha commesso: dei reati lasciate che si occupi la magistratura, i vizi lasciate che restino miserie private.
Quel che non possiamo, che non potete consentire è che questo delirio senile di impotenza declinato da un uomo che ha i soldi – e come li ha fatti, a danno di chi, non ve lo domandate mai? - per pagare e per comprare cose e persone, prestazioni e silenzi, isole e leggi, deputati e puttane portate a domicilio come pizze continui ad essere il primo fra gli italiani, il modello, l’esempio, la guida, il padrone.
Lo sconcerto, lo sgomento non sono le carte che mostrano – al di là dei reati, oltre i vizi – un potere decadente fatto di una corte bolsa e ottuagenaria di lacchè che lucrano alle spalle del despota malato. Lo sgomento sono i padri, i fratelli che rispondono, alla domanda è sua figlia, sua sorella la fidanzata del presidente: «Magari». Un popolo di mantenuti, che manda le sue donne a fare sesso con un vecchio perché portino i soldi a casa, magari li portassero. Siete questo, tutti? Non penso, non credo che la maggioranza lo sia. Allora, però, è il momento di dirlo.
18 gennaio 2011
http://www.unita.it/firmedonne/
Dichiarazione della senatrice Albertina Soliani e lettera di adesione
"'Mi riprendo il mio futuro. Per l'Italia'. E' questa la scritta
riportata sulla maglietta che indosseremo il 13 febbraio". Lo dice la
senatrice del Pd Albertina Soliani dell'Associazione 'Le Democratiche',
che il 13 febbraio aderirà all'appello "Se non ora, quando?" insieme a
tante altre democratiche. "Vogliamo portare in piazza - ha detto Soliani
- la nostra dignità, il nostro pensiero, la nostra vita, la nostra
passione democratica. daremo voce alla nostra indignazione e al nostro
sogno per un'altra politica, una nuova Italia e un Paese rispettabile
nel mondo"
Roma, 2 febbraio 2011
Care amiche,
saremo in piazza anche noi il 13 febbraio aderendo all’appello “Se non
ora, quando?” e sollecitiamo tutte le democratiche ad esserci.
Esserci! Ha scritto Tina Anselmi ricordando la sua partecipazione da
ragazza alla Resistenza: “Capii allora che per cambiare il mondo bisogna
esserci”, e sotto questo segno abbiamo dato vita all’Associazione “Le
Democratiche”.
Portare in piazza noi stesse: la nostra dignità, il nostro pensiero, la
nostra vita, la nostra passione democratica. Per dire al Presidente del
Consiglio che lui non ci rappresenta. Per dire alle donne italiane che
tocca a noi oggi suscitare il risveglio morale e civile dell’Italia di
fronte al mondo.
Mentre le giovani donne del Nord Africa si prendono in mano il futuro
loro e dei loro popoli, noi, sull’altra sponda del Mediterraneo,
sentiamo che senza le donne l’Italia non risorgerà.
Abbiamo alle spalle una storia di liberazione e di sfide vinte, ma anche
di silenzi troppo a lungo tollerati, soprattutto in questi anni, fino
all’abisso che oggi ci travolge. 150 anni di unità d’Italia hanno
consegnato alla storia l’intelligenza e il valore delle donne italiane
che sono state presenti e talvolta determinanti nei passaggi
fondamentali. Decisive nella fondazione della Repubblica nel 1946, oggi
lo saranno nella rigenerazione della Repubblica.
La nostra prima maglietta riportava la scritta: “Non sono una donna a
sua disposizione”, e in tante ci siamo in essa riconosciute.
Il 13 febbraio ne indosseremo un’altra con la scritta: “Mi riprendo il
mio futuro. Per l’Italia.”.
Saremo in piazza per noi stesse e per la democrazia. Per un’altra
politica, per una nuova Italia, per portare nel mondo un Paese
rispettabile.
Prepariamoci all’appuntamento dando voce alla nostra indignazione, alla
nostra intelligenza e al nostro sogno. Scrivete, dite la vostra,
prendiamo la parola, diciamo i pensieri e le parole dell’Italia nuova,
della nostra Italia.
Saremo in piazza il 13 e non ci fermeremo lì.
Siamo contattabili sul sito www.ledemocratiche.it. E’ possibile
sottoscrivere l’appello all’indirizzo
http://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com/ .
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