Quando anche i Dirigenti Scolastici si pongono il problema....


Leggendo il materiale giunto stamattina mi sono imbattuto in questo articolo su Pavone Risorse:



e mi sono immerso nella lettura...

Si tratta di un Dirigente Scolastico che si pone il problema (dopo quello delle molteplici incombenze e responsabilità che incombono sulla sua testa...) dell'equità dei criteri che andrà a stabilire il Comitato di Valutazione.
Mi pare un discorso argomentato, con una buona capacità critica, di una persona assolutamente non obnubilata dal "fervore del merito"...(anche se ne riconosce l'utilità, cosa che personalmente mi lascia sempre molti dubbi, se contrapposta all'ugualitarismo come fonte di tutti i mali...).

Ha dei passaggi ispirati, tipo:

 I problemi aperti (e difficili da chiudere)

I problemi nascono ove si consideri il dispositivo adottato; dispositivo che non sembra fare i conti con le criticità che riguardano la sua gestione e le ricadute. Richiamo soprattutto i seguenti:
la prima criticità riguarda il percorso che porta all’individuazione dei soggetti da premiare (Interrogativi: come farà il DS a individuarli? Vox populi? Autosegnalazione /autocandidatura  da parte di chi aspira al premio? Escludere a priori chi ha avuto contestazioni o richiami? … Una vera e propria impresa);  
la seconda: il senso di una valutazione sul singolo anno, quando con il PT e i processi di autovalutazione i vari processi si sviluppano su un arco triennale;
la terza: i rischi di un clima di fatto competitivo sulla vita complessiva della scuola e sui suoi progetti di miglioramento (Interrogativi: l’attribuzione del premio ai soggetti valutati più meritevoli – numericamente comunque pochi, se non pochissimi - quale impatto potrà avere sugli altri, che si sono comunque anch’essi impegnati su progetti e iniziative di miglioramento, e  che ne sono rimasti esclusi? Quali reazioni potranno scatenare le prevedibili esclusioni di chi è appena fuori dalla cerchia? La logica: competition is competition può dar vita ad una buona scuola? Quali le conseguenze, in altri termini, per un clima di scuola che si vuole caratterizzato da fiducia e spirito collaborativo e che è condizione per partire col piede giusto?). Quest’ultima criticità riguarda anche i rischi che corre lo stesso DS che, nelle condizioni di continua emergenza in cui è costretto a lavorare, può essere tentato di trasformare in strumento lacerante di potere il premio previsto come leva per il rinnovamento.



Cerca della vie di uscita e delle proposte, ed è qui che mi ha illuminato (anche per la posizione che devo assumere io come membro "oppositivo" nel Comitato di Valutazione:
quando si va alle opzioni concrete, all'interno di una logica sbagliata, le soluzioni sono sempre e comunque sbagliate. Non si possono sistemare. E' impossibile.

Merito: Scheda 2

Criteri per mobilitare (sperabilmente) energie e impegno di tutti

       Che il bonus non scenda al di sotto di una certa soglia (che toglierebbe appetibilità)

       Che gli obiettivi di risultato e di processo

Ø  rientrino all’interno delle scelte del PT,

Ø  Siano opportunamente esplicitati da parte dei soggetti interessati così da permettere  verifiche e valutazione a fine anno.

       Che i criteri privilegino la qualità dei processi attivati e il raggiungimento e la trasferibilità dei risultati

 ---àRagionare preferibilmente sul modello negoziale[4] (Cerini) e sull’ approccio amministrativo – istituzionale[5] ( (Offeddu)



E' evidente a tutti che le logiche contenute in queste proposte partono da un'ottica (quella del Dirigente, che vuole migliorare i processi valutativi e didattici), ma non si calano assolutamente nei panni di chi agisce come docente ed è "oggetto" di una valutazione che ha come obiettivo di definire una platea di "beneficiari" che
non devono essere per definizione TROPPI, altrimenti
il bonus  scende al di sotto di una certa soglia (e toglierebbe appetibilità)

Come faccia l'autore ad affermare alla fine, in completa contraddizione con quanto detto in precedenza, che:
Ovviamente in questa prospettiva non possono trovare posto scelte di stampo brunettiano che limitino preventivamente la platea di quanti comunque intendono motivarsi ad acquisire – attraverso il raggiungimento di opportuni standard - i crediti necessari per gli “scatti” previsti.

mi risulta incomprensibile....ma tanto si tratta sempre di stipendi e di riconoscimenti altrui....

Vorrei capire quando verranno messi on-line i criteri per valutare i Dirigenti Scolastici e i loro risultati (come verrà fatto a giugno con quelli dei docenti).
Non mi pare che su questo aspetto (che è altrettanto previsto dalla L.107 e dal SNV) si sia posta la stessa attenzione pubblica e la stessa energia per andare a eleggere membri docenti, genitori (forzando anche la realtà), studenti....
Due pesi e due misure, molto comodi a chi vuole fare accademia e intanto avvallare gli errori esistenti...

Che valutazione riceverebbe un Dirigente Scolastico (quello della mia scuola) che lo scorso anno, prima di lasciare la nostra scuola, si è scritto da solo il RAV, nascondendolo a tutti, a parte i fedelissimi, non mostrandolo nè condividendolo mai in Organi Collegiali e definendo obiettivi di miglioramento assolutamente non condivisi nè dal Collegio Docenti, nè dal nuovo Dirigente Reggente, che una volta insediato, ha consentito la discussione e ne sono stati individuati di nuovi, assolutamente diversi?

Quando vedremo on-line la valutazione di questa operazione?
Quando vedremo se ciò ha causato premi di merito oppure no?

Giordano Mancastroppa
meastro elementare









Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
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