E se lo Stato non pagherą, a chi tocca salvare i privilegi della Scuola Europea? Ai cittadini di Parma?







Stimato Sindaco,

non abbiamo letto nessuna Sua risposta agli interrogativi emersi in merito alla lettera inviata dalla Sua amministrazione al Governo, per sollecitare il finanziamento di ulteriori 4 milioni di Euro che permettano di coprire le minusvalenze della ditta aggiudicatrice dell'appalto per la costruzione della Scuola Europea.

Sarebbe stato utile a tutti i cittadini di Parma avere parole ufficiali da parte della Sua amministrazione, che spieghino a che titolo questi soldi vengono chiesti allo Stato, dopo aver ottenuto già decine di milioni di Euro per un'opera faraonica, che sarà appannaggio di pochi "eletti".

Soprattutto sarebbe utile a tutti i cittadini sapere cosa succederà se lo Stato NON concederà questo finanziamento.

Si utilizzeranno parte delle risorse dei fondi ex-Metro, già utilizzati a numerosi scopi di risanamento di bilancio e realizzazione di opere "altre dallo scopo originale", compresa la costruzione della Scuola Racagni (di cui non si vede una scadenza di consegna certa e reale)?

Si attingerà ai fondi del Comune e dei cittadini di Parma?

Si attingerà al bilancio proprio della Scuola Europea, che ammonta a milioni di Euro annuali (14?) e che le consentirebbe di eseguire in proprio i lavori, senza pesare sul Comune di Parma?

Si chiederanno fondi alle realtà (vedi UPI, ecc.) che siedono nel CDA della Scuola Europea, grazie al versamento di modesti contributi?

Si bloccherà ogni sviluppo di opere nel campo delle scuole dell'infanzia, delle scuole dell'obbligo, per i prossimi anni, visto che 4 milioni di Euro ulteriori sono un'ulteriore ipoteca pesantissima, per lo stato dei finanziamenti comunali disponibili?

Personalmente, a differenza dei consiglieri del PD, non sono preoccupato dell'accreditamento della Scuola Europea e delle sue scadenze, con il rischio di perderne i privilegi.

Sono preoccupato per gli ulteriori tagli che questa vicenda provocherà sulla città e sui cittadini, per tutelare un'istituzione ultra- privilegiata e rigonfia di soldi pubblici e privati, utilizzati in modo poco trasparente e discrezionale, con il consenso dei politici locali seduti nel CDA.

Sono preoccupato per le scuole pubbliche che, a causa dell'incapacità di concludere questi lavori si ritrovano senza aule e senza sede.

Sono preoccupato, e penso con me altri cittadini che hanno a cuore la scuola pubblica, per questo uso ricattatorio delle risorse pubbliche, che consente ad un'impresa che ha vinto un appalto a determinate condizioni, di continuare ad esigere ulteriori fondi compensatori, attraverso la mancata consegna dell'opera.

Sarebbe molto gradito un Suo chiarimento pubblico.

Cordiali saluti

Giordano Mancastroppa

maestro elementare di scuola pubblica statale


Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
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