I Dirigenti di Parma manifestano solidarietà al Dirigente che ha comminato le sanzioni per le Prove INVALSI




Ecco il documento approvato dall'Assemblea dei Dirigenti:

Gentile Direttore

 Le scriviamo ad avvio di anno scolastico in merito ad articoli, interviste e lettere pubblicate sul quotidiano da Lei diretto in ordine alla vicenda delle prove Invalsi ed al contenzioso che ne è seguito presso la Direzione Didattica Fratelli Bandiera di Parma.

Bene ha fatto il nostro collega a non rilasciare alcuna intervista e commento: i dirigenti scolastici parlano con i loro atti. E, caso mai, a difenderli dovrebbe essere l'amministrazione.

Nello specifico, comunque, l'intervista pubblicata dalla Gazzetta di Parma il (mettere data articolo) fa passare un docente quale novello martire che mal interpretando la libertà di insegnamento fondata costituzionalmente e si erge a paladino della lotta contro la legislazione vigente.

Di contro, in estrema sintesi, basti dire che le prove Invalsi e la loro modalità sono previste dalla legislazione vigente, non ultimo dal regolamento sul sistema nazionale di Valutazione (aspetto giuridico); non sono state in alcun modo messe in dubbio dalle sentenze dei tribunali di Trieste e di Parma (aspetto giurisprudenziale); collocano l'Italia e la sua scuola entro i contesti internazionali di ricerca educativa (Ocse Pisa e AIE). Quanto sostenuto in una lettera alla Gazzetta dal rappresentante sindacale della Gilda è altrettanto fuori luogo: il contratto integrativo di istituto può infatti prevedere il riconoscimento economico per il maggior carico di lavoro dei docneti.

Vi sono poi altri due aspetti che crediamo necessario sottolineare, e che hanno a che fare con la dimensione educativa ed etica del lavoro degli insegnanti e degli educatori. Spetta infatti a tutti noi educare al rispetto delle regole da parte di tutti. Regole democraticamente definite e che possono essere cambiate con metodi altrettanto democratici. Tutti i soggetti che operano nella scuola sono tenuti ad essere d'esempio anche con il loro comportamento e con le loro azioni.

Il che non significa vietare il dibattito e la dialettica – anche accesi – sulle questioni pedagogico didattiche connesse alle prove Invalsi, anzi. La scuola vive grazie a questi dibattiti ed a questi confronti.

Significa però impegnarsi al rispetto delle regole. Con la conseguenza che se le regole non si rispettano si viene sanzionati.

Ci rendiamo conto che in Italia questo semplice ragionamento rischi di risultare ogni giorno di più incomprensibile. Ma è su questo che si costruisce una società democratica. E per questo noi dirigenti scolastici lavoriamo.

 

firma

i dirigenti scolastici della provincia di Parma - ASAPA






Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
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