Don Milani e la libertà della lingua in un documentario di Tullio De Mauro


Il mio amico Salvatore mi ha fatto un grande regalo per augurarmi un felice 2013: un bel documentario sulle idee di un maestro, un insegnante, un docente, che per molti come me è stato una luce che dapprima ha rischiarato e poi impetuosamente illuminato il sentiero della mia professione che è anche un sentiero di vita.

 

La grandezza umile di questo uomo e la forza del suo messaggio rimangono immutate nel passare degli anni e nel cambiare delle condizioni sociali e culturali intorno a noi ...

 

L’uomo è Don Lorenzo Milani, vice parroco scomodo di San Donato di Calenzano, dove fin dal 1947 aveva istituito la sua “Scuola Popolare” e che, proprio per questo, nel 1954 venne mandato in esilio a Barbiana, che non era nemmeno un villaggio, ma solo una chiesa su un cucuzzolo - senza luce elettrica, né acqua, né una strada per arrivarci - e poche case sparse tra boschi e campi, con 39 anime di cui prendersi cura. Qui Don Milani continuò la sua opera fondando un’altra scuola, aperta per 365 giorni all’anno e per 12 ore al giorno: la Scuola di Barbiana.

 

“<<La mia è una parrocchia di montagna, quando ci arrivai c’era solo una scuola elementare, cinque classi in un’aula sola. I ragazzi uscivano dalla quinta semianalfabeti e andavano a lavorare, timidi e disprezzati. Decisi allora che avrei speso la mia vita di parroco per la loro elevazione civile e non solo religiosa. Così da 11 anni in qua la più gran parte del mio ministero consiste in una scuola. Quelli che stanno in città usano meravigliarsi del suo orario, 12 ore al giorno, 365 giorni l’anno. Prima che arrivassi io i ragazzi facevano lo stesso orario, e in più tanta fatica, per procurare lana e cacio per quelli che stanno in città. Nessuno aveva da ridire. Ora che quell’orario glielo faccio fare a scuola, dicono che li sacrifico.>> ... Scuola dunque austera e severa, e senza secondi fini, cioè scuola laica, anche se il maestro è un prete, senza discorsi particolarmente pii o edificanti, perché, quando ci si affanna a cercare apposta l’occasione di infilar la fede nei discorsi, si mostra di averne poca, di pensare che la fede sia qualcosa di artificiale aggiunto alla vita e non invece modo di vivere e di pensare; una scuola classista, volta non tanto a colmare l’abisso di ignoranza, quanto l’abisso di differenza che separa i poveri dai ricchi ... una scuola di formazione e di elevazione civile che ristabilisca oneste gerarchie di valori; una scuola infine all’opposto delle troppe scuole ridotte ad essere ospedali che curano i sani e respingono i malati, buone soltanto di prendere atto delle differenze di cultura e di lingua con cui partono i loro allievi e, anzi, di radicarle e di rafforzarle, invece di ridurle fino ad annullarle. Ma come si fa a fare una scuola così? <<Spesso gli amici mi chiedono come faccio a far scuola e come faccio ad averla piena. Insistono perchè io scriva per loro un metodo, che io precisi i programmi, le materie, la tecnica didattica. Sbagliano la domanda. Non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna FARE per fare scuola, ma solo di come bisogna ESSERE per poter fare scuola. Bisogna avere le idee chiare in fatto di problemi sociali e politici, non bisogna essere interclassisti, ma schierati; bisogna ardere dell’ansia di elevare il povero a un livello superiore, non dico a un livello pari a quello dell’attuale classe dirigente, ma superiore, più da uomo, più spirituale, più cristiano, più tutto.>> ”

 

Don Milani rappresentò ben presto un esempio per molti, docenti e studenti, che si recavano  Barbiana, quasi in pellegrinaggio, per carpire il suo segreto.

Egli continuò a fare scuola coi suoi ragazzi fino al suo ultimo giorno di vita, il 26 giugno del 1967.

 

Le mie ragazze e i miei ragazzi che riusciranno a regalarsi un’ora e mezza della loro vita per guardare questo documento, vi riconosceranno le mie fisse sull’uso della lingua, sull’importanza della parola e di come sia questa a renderci effettivamente cittadini, liberi e sovrani ...

 

http://www.youtube.com/watch?v=nnLY8bJpZcc

 

ciao

franx






Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
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