I tre punti cardine del neo-ministro Profumo


Colombo (Agesc): con Profumo accordo su 3 priorità

Intervista a Maria Grazia Colombo - giovedì 24 novembre 2011
 

Francesco Profumo, neo titolare di Istruzione, Università e Ricerca, ha incontrato ieri  mattina il Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola (FoNAGS). Ne fanno parte A.Ge, Cgd, Faes, Mo.i.ge e A.ge.Sc (Associazioni genitori scuole cattoliche); di quest’ultima, ilSussidiario.net ha raggiunto la presidente Maria Grazia Colombo. Che si è detta decisamente soddisfatta dell’incontro: «è stato estremamente positivo e proficuo. Sia per l’Agesc che per tutte le altre associazioni». Raccontandoci i nodi centrali della riunione, spiega: «E’ stato possibile far comprendere al ministro i diversi punti di vista che caratterizzano la visione educativa di ciascuna associazione».

Sul piano di un’ipotesi programmatica, sono stati tre i concetti cardine sui quali si è concentrato l’incontro: «Autonomia, responsabilità e valutazione», continua Colombo. «Tre termini condivisi e ripresi con puntualità dal ministro. Una boccata d’ossigeno, per tutti noi che eravamo presenti». L’iniziativa ha rappresentato l’occasione per ribadire l’importanza delle scuole paritarie. «Ho avuto modo di far presente al ministro che l’autonomia, per le paritarie, è un’esperienza in atto. E che nel nostro sistema educativo, ingessato dalla burocrazia e dall’assenza di innovazione, rappresentano un ottimo esempio».

Un modello da seguire. «Introdurlo, demolirebbe lo statalismo imperante del nostro sistema, e la burocrazia che, troppo spesso, funge da capro espiatorio per ogni sorta di inefficienza». Sulla valutazione, inoltre, «il neo-ministro si è dimostrato estremamente ricettivo. Ha ribadito la centralità dell’Invalsi e rilanciato la necessità di un sistema premiale, relativo sia all’insegnante che all’istituto valutati». L’azione di Profumo, con ogni probabilità, sarà orientata dalla sua formazione professionale: «per i suoi studi in America e il suo ruolo nel Cnr, sa bene cosa significhi innovare. Ebbene: mi è apparso evidente come si sia reso conto della staticità della situazione; basti pensare che il decreto sull’autonomia, datato al '99, non è ancora stato attuato. Credo che, su questo, darà una significativa accelerata». Ovviamente, innovazione non significa anarchia. «Ha specificato, infatti – continua la Colombo – che i cambiamenti avverranno, come è ovvio che sia, nell’ambito di regole e norme ben precise. Non sarà dato spazio, per intenderci, alla “creatività”».

Non è escluso che, con il nuovo ministro, le problematiche educative prenderanno un nuovo corso. «Occorre dare atto alla Gelmini di aver avuto il coraggio di  introdurre il concetto di valutazione, e di averlo difeso con le unghie e con i denti. Tuttavia Profumo, proprio per il fatto di essere un ministro tecnico, potrebbe non essere costretto a subire veti incrociati e portare a compimento riforme che attendono di essere poste in essere da anni».

Ovvio che non siano tutte rose e fiori: «anche il neo titolare dell’Istruzione dovrà fare i conti con la realtà. A partire dallo scarso tempo a disposizione». Resta, infine, una perplessità: «Mi auguro che le ragioni della scuola, dell’insegnamento e dell’educazione dei ragazzi, che comportano la necessità di contemplare l’alunno e l’istituzione, nella complessa dinamica di tutti i fattori in gioco, non vengano spazzate via dalle ragioni dell’efficientismo o, ancora peggio, da un’ottica “aziendalista”».

 

 

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Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
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