Scuola Europea, Scuola di Eccellenza.... le briciole per gli altri....


Questo articolo è stato diffuso agli organi istituzionali e alla stampa. Qualche giornale non ha voluto pubblicarlo, nonostante in un primo tempo fosse interessato a farlo, perchè non vuole generare cattiva pubblicità alla Scuola per l'Europa. Nell'articolo si afferma semplicemente ciò che tanta gente di buon senso pensa....


In questo ultimo mese si legge sulla stampa locale molta attenzione alle proteste di docenti e famiglie della Scuola Europea, che non condividono il concorso che porterà nuovi docenti ad occupare le cattedre della scuola.

Anche qualche parlamentare locale è intervenuto a sostegno di queste richieste.

Ma qualcuno sta valutando in modo critico cosa sta sotto tutto questo?

E' giusto che in una città si spendano 30 milioni di Euro per costruire una sede, lasciando a secco il resto della cittadinanza? (non è possibile dire che tanto il finanziamento viene dallo Stato, visto che 8 milioni vengono da Stt e dal Comune di Parma....e comunque anche i finanziamenti statali sono soldi di tutti). A Baganzola non ci sono i soldi per costruire una scuola essenziale per la crescita del quartiere, nel quartiere Montebello si rimanda all'infinito la costruzione del nuovo polo scolastico, la Racagni è definita come "situazione urgente" e dovrebbe costare 3 milioni di Euro- per la Scuola Europea parliamo di 10 volte tanto!

E' giusto pagare i nuovi docenti della Scuola Europea il triplo di un docente normale? Il TRIPLO? Sono dei super-professori? Ci meravigliamo che ci sia la ressa per fare il concorso e di chi protesta perchè ne rimane fuori?

Si tratterà di una super-scuola pagata con i fondi pubblici, con le miserie ed i tagli alle altre scuole....ma ci riflettiamo su questo?

Questa scuola vivrà di uno "status" speciale, accumulando privilegi su privilegi...è giusto?

La Scuola Europea è una scuola che vive di fondi pubblici (quindi di tutti), ma non lascia entrare tutti.

S., mia alunna di quinta, si è iscritta alla sezione anglofona, insieme al fratellino di prima elementare e non è stata neppure convocata ad un colloquio, visto che appartiene ad un livello sociale che non interessa alla scuola....non sarebbe al "giusto livello...".

Andrà in una scuola del suo quartiere, insieme a 30 compagni/e, il fratellino con 27, insieme ad un alunno disabile, in aule che non potrebbero accogliere questa quantità di alunni.

La Scuola Europea assorbe fondi pubblici e si permette di avere classi con numero "adeguato" di alunni, mentre nelle scuole statali gli alunni esorbitano e non si permettono di sdoppiare le classi numerose (che in questo modo sarebbero nelle stesse condizioni di una qualsiasi classe della Scuola Europea).

La Scuola Europea non soffre dei tagli agli organici, o degli spezzatini al tempo-scuola, che attanagliano da 3 anni le altre scuole. Non soffrre di tagli al sostegno, anche perchè non accoglie questo tipo di utenza...

E' bello vedere genitori che sentono tanto affetto per i "loro" docenti...ma si chiedono mai, questi "fortunati" genitori, quanti alunni disabili quest'anno cambieranno docente, perchè non sarà confermato, o verrà tagliato, anche per mantenere questi privilegi?

E' bello vedere famiglie che desiderano "scegliere" i loro docenti, ma si rendono conto di quanti privilegi hanno accumulato, nel frattempo?

Quante famighlie delle scuole statali vedono ruotere di anno in anno i loro docenti, a causa di un precariato che "tappa" i buchi strutturali della scuola pubblica?

Non conosco nessuna scuola di Parma che possa permettersi di spendere decine di migliaia di Euro per la Festa dell'Europa, per invitare un coro o per finanziare i progetti che ritiene utili per i propri alunni.

Conosco scuole statali che basano tutte le loro entrate sulle "offerte" delle famiglie, queste le conosco...

Vorrei tanto che qualsiasi politico, qualsiasi funzionario Ministeriale, prima di parlare della Scuola Europea, e di giustificare l'importanza di questa scuola-modello, della sua importanza per Parma,  chiedesse scusa alla cittadinanza per ciò che nel frattempo viene tolto a tutti gli altri studenti ed alle loro famiglie, per perpetrare e moltiplicare questi privilegi.

 

Giordano Mancastroppa

maestro elementare Scuola Corazza



Concordo pienamente con quano scrivi, Giordano: come in tante altre situazioni, ciò che emerge è che si mantengono i privilegi di pochi e si continuano a ledere i diritti di tutti.
Del resto, fin dalla sua nascita la Scuola per l'Europa lasciava presagire l'avvento di ingiustizie, illeciti e contenziosi interminabili. Prima il problema della sua identità: Scuola Europea o Scuola affiliata al circuito delle Scuole Europee? E in quale rapporto rispetto al Liceo Europeo del Covitto Maria Luigia, presso il quale la scuola materna "europea" già funzionava alla grande. Siccome non si sapeva bene cosa ne sarebbe uscito, ne nacque l'ambigua definizione di Scuola per l'Europa.
Con tutti gli interrogativi che da ciò sarebbero discesi: come sarebbe stato reclutato il personale? sarebbe dipeso dal ministero dell'Istruzione o da quello degli Esteri? come sarebbe avvenuta la nomina del dirigente? come sarebbero stati fissati i criteri di accoglienza degli alunni? che valore sarebbe stato assegnato al titolo di studio in uscita dal percorso superiore?
Quanto al personale docente ed ATA, le cui condizioni di lavoro sono state per anni allucinanti, sebbene le classi fossero poco numerose e dunque più facilmente gestibili, è stata sempre assolutamente anomala la modalità di reclutamento e selezione. 
Ho collaborato in modo molto proficuo e stimolante con alcuni colleghi della Scuola per l'Europa: ci sono docenti e ATA molto seri e preparati ed è interessante confrontarsi con docenti di altri paesi, la cui formazione e la cui didattica può essere anche profondamente diversa dalla nostra.
La scuola siamo noi ha preteso a suo tempo che fossero rese pubbliche le forme di reclutamento di tutto il personale educante, a partire dalla dirigenza; abbiamo sostenuto la richiesta della CGIL Scuola che nel 1999 ha richiesto che il personale dovesse quanto meno essere iscritto alle graduatorie e dunque avere i titoli per poter svolgere le sue mansioni. Nonostante questo, le assunzioni hanno continuato a possedere ampia discrezionalità e spesso sono avvenute in modo assolutamente indipendente dalla valutazione dell'esperienza in ambito didattico e pedagogico dei docenti. Abbiamo denunciato le condizioni in cui venivano organizzate la sorveglianza e la mensa, le condizioni di sicurezza e agibilità dei locali di via Saffi, la qualificazione professionale di una parte del personale docente e non docente, specie se coinvolto nei laboratori pomeridiani e nelle attività extracurricolari. Abbiamo anche sostenuto le giuste proteste di quei colleghi che hanno lavorato montagne di ore e non si sono visti riconoscere un euro per lo straordinario effettuato.   
Per quanto riguarda la scuola primaria, anche i metodi pedagogici e didattici adottati sono stati a lungo di assai dubbia qualità ed efficacia educativa.
Restiamo del parere che l'errore sia stato non chiarire fin dall'inizio lo stato giuridico della scuola e dunque non reclutare in modo formale il suo personale, come accade in tutte le Scuole Europee.
Detto ciò, riteniamo assolutamente indispensabile anche difendere i dirittti di tutti quei bravi docenti che hanno lavorato 5-6 anni nell'istituto, lo hanno costruito con passione (parlo soprattutto delle sezioni non italofone dei vari ordini e di tutta la scuola materna) e hanno cercato di difenderlo dal caos dell'avvicendarsi delle dirigenze e delle reggenze, dai disagi logistici e organizzativi e via dicendo, ed ora non solo si vedono messi alla porta, ma vengono anche esclusi in gran parte dalla possibilità di partecipare al concorso.
Ma in un momento drammatico come questo, non sarebbe il caso di aprire un tavolo e di riesaminare il caso, chiarendolo una volta per tutte da capo a fondo, e ripensando il piano di investimenti?
32 milioni di euro per la sede sono una vergogna, mentre almeno 3 istituti della città non hanno una sede degna di questo nome e sono al limite delle loro condizioni di agibilità e sicurezza.
E come sostenere che questo non significhi sancire un evidente privilegio per pochi, proprio mentre si sta togliendo l'essenziale ai molti?
 
Roberta


Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
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