Milano, la scuola media della Barona affitta le sue aule a un istituto privato


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La preside concede un intero piano a una steineriana: "Le iscrizioni sono in calo e quegli
spazi non vengono usati". I genitori insorgono: "E' come mettere i nostri figli nel sottoscala"

di LUCA DE VITO

Aule di una scuola pubblica date in affitto a una privata. In tempi di tagli sembra un paradosso, ma è quello che sta succedendo alla media Gramsci, in via Tosi. Il Comune, infatti, ha deciso di concedere gli spazi al primo piano dell'edificio alla privata steineriana Cometa, che già oggi è ospitata in alcuni locali delle elementari (pubbliche) di via Pestalozzi.

Tutto comincia a settembre 2010, quando la preside reggente della Gramsci, Carola Feltrinelli (dirigente del liceo Moreschi), viene convocata negli uffici di Palazzo Marino per portare a termine una missione: trovare gli spazi da affittare alla Cometa. La scuola privata aveva chiesto di potersi allargare già da un anno. La soluzione trovata dal Comune e dalla preside è stata di trasferirla nella metà dell'edificio di via Tosi. Immediate le proteste di mamme e papà. "Questa operazione è stata fatta quasi tutta all'insaputa di genitori e insegnanti - s'infuria Luca Benedetti, uno dei genitori del consiglio d'Istituto della Gramsci - L'interesse dovrebbe essere quello di valorizzare la scuola pubblica, non penalizzarla. Se le cose andranno così, sarà come relegare i nostri figli in un sottoscala. Se questo poi accadrà per favorire una scuola privata, sarà ancora peggio".

 




Adesso al primo piano della Gramsci ci sono quattro classi, la biblioteca, due aule informatiche (una con la lim, la lavagna elettronica) l'aula di scienze, l'aula di storia e geografia, l'aula di arte, l'aula di musica, l'aula di tecnica e due aulette studio. Secondo il progetto di revisione previsto, nel piano che rimarrà agli studenti della scuola pubblica al posto di due aule verranno realizzati tre laboratori, da altre due  aule verrà realizzata un'unica sala mensa per sei classi, la segreteria diventerà aula professori e la presidenza diventerà laboratorio. Un pollaio, secondo i genitori. "Veniamo declassati e non ci viene niente in tasca - protesta Flavia Saccinto del comitato genitori della Gramsci - senza contare poi che il Comune riserva alla Cometa un trattamento di favore. L'affitto sarà di circa 60mila euro all'anno, quasi come un appartamento, e in più, mentre la richiesta dei privati era di nove aule, dal primo piano verranno ricavati almeno venti locali".

La preside ha spiegato che le iscrizioni alla Gramsci sono "in costante calo" e in una relazione per il consiglio di zona 6 ha scritto che con questa trasformazione verranno "utilizzati e valorizzati spazi lasciati all'incuria e all'abbandono. Inoltre la scuola non perderebbe nessuno degli strumenti e degli spazi da dedicare alla didattica". La Cometa, secondo la preside, "si impegnerà nei lavori di ristrutturazione dell'edificio e anche l'ambiente esterno se avvantaggerà: la cattiva fama dalla Gramsci e del quartiere, potrebbe essere contrastata proprio dall'insediamento di una scuola privata seria, aperta alla collaborazione con tutti".

Ma la scelta del Comune sta incontrando sempre più resistenze. "Non so se la cosa è legittima - afferma David Gentili, consigliere comunale Pd - . Se lo fosse, i soldi dell'affitto vadano alla scuola Gramsci". Nel parlamentino di zona 6 alcuni consiglieri di opposizione hanno già chiesto spiegazioni. "Concedere aule pubbliche a scuole private è l'ennesimo esempio di una amministrazione che tende a favorire il privato - dice Elisa Scarano, consigliere dei Verdi - opprimendo sempre di più il pubblico già compromesso dai tagli del ministero".


Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
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