togliere il disturbo?


Togliere il disturbo?

Pubblicato da comitatonogelmini su 27 febbraio 2011

di Giancarlo Cavinato
dirigente scolastico, Movimento di Cooperazione Educativa, Venezia
27 febbraio 2011
           dedicato alle “maestre d’Italia”

Due grandi pedagogisti, Mastrocola Paola e Berlusconi Silvio, in questi giorni, hanno lanciato  nuove, profonde teorie pedagogiche, che l’intero universo dell’educazione sta dibattendo.

Una vuole la scuola dei tre livelli- poveracci, ceti medi, raffinati ricconi; all’altro non basta aver distrutto la scuola pubblica, vuole danzare sulle macerie propugnando ‘libertà di scelta’  che per lui coincide con l’imposizione ai  figli delle ideologie e delle confessioni dei padri, che definisce “possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori”. I  figli, nella mentalità del pedagogista Berlusconi, sono proprietà dei genitori, che possono sceglierne destini e futuro; anche investendo economicamente sulle avvenenze e sulle prestanze dei suddetti/e.

Ma vediamo quali principi si ‘inculcano’ nella ‘scuola di Stato’ ( uno Stato al quale il nostro pedagogista non appartiene, lui è al di sopra, ne è il proprietario).

Sabato sono stato in una scuola primaria a Copparo (Ferrara) per un corso di formazione sulla riflessione linguistica frequentato da insegnanti volonterose.

I corridoi, le aule della scuola erano pieni di cartelloni, giornali murali, resoconti di esperienze, storie. Spiccava un bel lavoro sui fondamentali articoli della Costituzione.

Una serie di manifesti con foto delle classi della scuola dal 1906 ( in occasione del centenario) ripercorrevano un secolo di vita italiana, con trascrizione di interviste ad anziani insegnanti ed ex alunni, racconti di episodi gustosi come quello della bidella che incautamente, nel riempire i calamai con l’inchiostro, ne versò sul quaderno di bella copia di un alunno particolarmente diligente, che scoppiò in pianto. Ma prontamente l’insegnante, ‘severa’ ma ‘giusta’, scrisse sul quaderno di quell’alunno un grande DIECI, riportando il sorriso sulle sue labbra.

Si leggevano, su quelle pareti, anche storielle elaborate al computer di animali che si aiutano e cooperano fra loro. Grafici, rappresentazioni del mondo, storie interculturali, e molto altro consentivano di leggere le attività svolte in quella scuola.

Nelle aule, cartelloni con le ‘regole di vita’ della convivenza in classe.

Ecco, io credo che sia questo che dà fastidio al pedagogista Berlusconi per un verso, alla prof.ssa Mastrocola  per un altro.

Che la scuola faccia cultura, che si occupi di aspetti che loro considerano futili o inutili, improduttivi. Di qui l’attacco convergente a Rodari, a don Milani, alla metodologia dell’animazione, della creatività, al far PENSARE e AGIRE, al ‘democraticismo’ ( secondo il Mastrocola-pensiero, quello che lei si dedica a spiegare al suo cane). Tutte cose riservate ai figli di Berlusconi e di quelli come lui. Gli altri devono imparare la dura disciplina del lavoro: esercizi e apprendimenti mnemonici. La cultura nella loro accezione, non la vera cultura, che è conoscenza della realtà, della diversità, della complessità,   è per i potenti, e non è per tutti. Spacciano percorsi elitari come ‘la’ cultura.

Non ‘toglieremo il disturbo’: la cultura E’ disturbo.



Pubblicato da comitatonogelmini su 27 febbraio 2011

 

di Giulietta Poli
Insegnante di scuola primaria
Padova
27 febbraio 2011

Signor Presidente,

sono un’insegnante di Scuola Primaria, meglio, una maestra; il sostantivo così ha un significato  più pregnante.

Ho udito con raccapriccio le Sue ultime dichiarazioni  di attacco alla Scuola Pubblica  (e lo scrivo in maiuscolo!) e ai Lavoratori della scuola, noi, “poveri” insegnati …..

Mi domando con quali competenze didattico-pedaggiche si è arrogato il diritto di usare simili espressioni, dileggiando un patrimonio storico, umano e culturale  che è davanti agli occhi di tutti.                                                            

Basterebbe leggersi qualche ricerca o qualche studio in materia ma, probabilmente, i Suoi consiglieri non glieli hanno fatti pervenire. 

Lei ha volutamente offeso una parte consistente della Nazione.

È mai entrato in una “Scuola Pubblica” o l’idea di incontrarvi teste pensanti (quale orrore!) glielo ha impedito?

Ha mai incontrato, nei Suoi tanto numerosi incontri di lavoro, qualche Docente?                                                                

O temeva forse, comunisti assassini come tutti noi insegnanti siamo, per la Sua incolumità?

È al corrente che nella tanto da Lei vituperata Scuola Pubblica sono attivate, con successo da anni, esperienze di eccellenza e buone pratiche educative?

Lei conosce l’entità del salario di un insegnante statale?   Lei  è informato sulla  situazione di tanti Precari della scuola e le loro condizioni lavorative?

Ed ancora, è al corrente dei gravi problemi che il mondo della scuola ha subito negli ultimi anni grazie ai tagli operati dissennatamente dai suoi Ministri?

Secondo quali principi etico-professionali Lei ipotizza un’ipotetica strumentalizzazione operata dai professori nei confronti dei loro studenti?

Come può  mettere in dubbio le capacità umane e professionali di tanti Lavoratori, disconoscendo  l’enorme  esborso  di risorse effettuato in tanti anni di onesta professione e la ricchezza del patrimonio culturale offerta dal mondo della scuola al Paese?                                                                                                        

Una buona scuola è il futuro per qualsiasi paese e noi stiamo lavorando, giorno dopo giorno, proprio per questo: non rubateci il futuro!

Esiste una Carta Costituzionale  nella quale i Padri Fondatori hanno sancito che “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”, ma forse è proprio questo che Lei non riesce a digerire!

Le voglio ricordare che nel dopoguerra è stata proprio la Scuola Pubblica, da Lei tanto avversata, a risollevare le sorti culturali di questo Paese, risolvendo, in primis, la piaga dell’analfabetismo, assai diffusa sino a qualche decennio fa e formendo, poi,  pari opportunità a tutti.

È stata ancora la Scuola Pubblica, non certo la privata, ad introdurre percorsi di accoglienza e di inclusione; è stata la Scuola Pubblica ad aprire le sue porte agli alunni diversamente abili, ai ragazzi marginalizzati, ai bambini provenienti da altri Paesi, cancellando per sempre dall’ordinamento le classi ghetto (che qualcuno dellla Sua maggioranza vorrebbe ristabilire)  riservate agli alunni di serie B.

La cronaca è ricca di storie di alunni “problematici” respinti e rifiutati dalle scuole private che Lei tanto apprezza.  

Questi fatti sono  in contrasto con quanto sancito dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dei bambini e degli adolescenti che il nostro Paese ha ratificato nel 1991; Le comunico anche che detta Convenzione non è stata estesa da un gruppo di “comunisti” inferociti, bensì dall’Assemblea delle Nazioni Unite che mi risulta sia Organismo sovranazionale.

Non siamo noi Insegnanti (o i comunisti!)  gli orchi cattivi che approfittano di allievi innocenti o che utilizzano in modo scorretto il loro ruolo.

Gli orchi cattivi sono piuttosto coloro che dei bambini  fanno un uso mercantile;  coloro che non sono ancora stati in grado di attivare in Italia una reale pratica di tutela dell’infanzia; coloro che i bambini li espellono e li discriminano in base alla loro provenienza , al loro credo religioso, alla loro situazione di indigenza.                                                                                                                                                                                   Purtroppo La cronaca è piena di fatti che dimostrano la scarsa attenzione per l’Infanzia che vige nel nostro Paese.  Il benessre generalizzato per i nostri bambini è ancora di là da venire.

Se ha qualche dubbio La invito a prendere in esame gli ultimi rapporti internazionali sull’argomento : malgrado i Suoi proclami non ci facciamo proporio una bella figura!

Le allego, qui di seguito, un estratto dell’intervento a dìfesa della Scuola Pubblica pronunciato da Pietro Calamandrei  l’11 febbraio 1950. Le sue argomentazioni sono sicuramente più efficaci e autorevoli delle mie.

Per inciso, Le ricordo che Pietro Calamandrei è scomparso nel 1956 (casomai Le venisse in mente di volerlo incontrare come voleva fare nel 2000 con papà Cervi!).

Nel frattempo  noi, che la Scuola Pubblica la amiamo e la difendiamo, continueremo ad operare affinchè nelle nostre aule, ancorchè un po’ malandate, si produca Cultura, si pratichi l’Accoglienza  e si continui ad Educare, malgrado i Suoi anatemi.

La parola d’ordine per noi è sempre “Non uno di meno”;  non potremmo mai dimenticarla!

scusate il disturbo
di Arturo Ghinelli


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Mastrocola attacca Don Milani e Gianni Rodari

In questi giorni è in atto a diversi livelli un attacco senza precedenti al nostro modo di fare scuola. L'occasione è stata un libretto di Paola Mastrocola "Togliamo il disturbo". C'è stato un rimbalzo in vari media: una intervista alla televisione, una intervista a radio 3, articoli sul corriere della sera ecc. ecc.

Ci si approfitta di contraddizioni e disagi reali di chi oggi lavora in quell'inferno che è diventata la scuola, per fare una operazione completa di restaurazione, anzi di più.

La colpa principale è della scuola primaria e della sua ... "creatività" (affermazioni della Mastrocola alla radio). Invece di chiedersi come mai l'insegnamento alle superiori appare così scollegato ormai dallo sviluppo della società e quindi metterlo in discussione, si preferisce fare un passo indietro, anzi due: bisogna abolire la creatività e la scuola di massa. Nei vari articoli di rimabalzo vengono attaccati Don Milani e la scuola di Barbiana, viene attaccato Gianni Rodari ecc.

Gli studenti non studiano più come una volta, ergiamoci quindi a baluardo dell rigore, del sacrificio e del dovere, facciamo una scuola di superélite e due scuole di carne da macello. E nella scuola di superélite, finalmente in silenzio acquisito, spiegheremo ai vasi vuoti che sono gli studenti le bellezze del pensiero astratto, senza possibile contradditorio.

La situazione è estremamente grave, l'attacco è concentrico.

Il collettivo di redazione del Canovaccio del MCE Sardegna ha approntato velocemente una pagina :

http://www.mce-fimem.it/sardegna/canovaccio/nontogiamoildisturbo.html

Il titolo della pagina è "noi che non vogliamo togliere il disturbo".

In questa pagina abbiamo cominciato a riversare, dopo contatti telefonici, articoli recenti di Roberto Maragliano e una intervista altrettanto recente a Silvano Tagliagambe (due dei sei saggi della famosa commissione). A breve immetteremo una recensione assai critica del libretto in questione e il riferimento ad esperienze concrete che mostrano esattamente il contrario. Bisogna, crediamo, aprire immediatamente il dibattito. Non è da fare la solita distinzione reazionario-progressista, con schieramenti ideologici connessi. E' invece da discutere sul serio, documenti alla mano, esperienze concrete alla mano di quale scuola vogliamo e quale scuola sia opportuno oggi fare per sviluppare concretamente la nostra società.

Gli articoli in questione (per ora):

http://www.mce-fimem.it/sardegna/canovaccio/nonstudentinondocenti.html nonstudenti e nondocenti di Roberto Maragliano

http://www.mce-fimem.it/sardegna/canovaccio/saperemonadano.html sapere mondano dentro e fuori le aule scolastiche di Roberto Maragliano

http://www.mce-fimem.it/sardegna/canovaccio/trascrizionerussomaragliano.html la trascrizione dell'incontro tra Lucio Russo e Roberto Maragliano

http://www.mce-fimem.it/sardegna/canovaccio/trequestioni1.html tre domande a Silvano Tagliagambe, sulla riforma della scuola, sulle sperimentazioni in atto, su cosa si dovrebbe fare in Italia

Se avete materiali, resoconto di esperienze concrete, commenti, scritti o altro mandateli pure a "il canovaccio" utilizzando l'indirizzo email in intestazione

Il collettivo di redazione de "il canovaccio", Luisanna Ardu, Nino Martino, Stefania Utimperghe

http://www.facebook.com/notes/arturo-ghinelli/scusate-il-disturbo/10150097543006472



Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
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