sperimentazione del merito, Invalsi e rassegna articoli rete scuole nazionali


Mentre a Cagliari continuano le bocciature contro il "merito", dopo 
che a Pisa tutti i 33 Istituti comprensivi della provincia hanno 
respinto la "sperimentazione", anche a Massa-Carrara tutti i Collegi 
precipitosamente convocati ieri per discutere l'adesione alla 
"sperimentazione" hanno detto NO!

ciao, nanni

comunicato Cobas - Pisa
_______
EN PLEIN!
È UFFICIALE :TUTTE LE SCUOLE DELLA PROVINCIA DI PISA HANNO RIFIUTATO 
LA SPERIMENTAZIONE MINISTERIALE
In tutte le scuole pisane la sperimentazione della Gelmini è stata 
bocciata all’unanimità o a larghissima maggioranza.

È una vittoria dei docenti che hanno rifiutato una divisione tra le 
scuole di serie A e di serie B, che hanno smascherato un meccanismo 
subdolo di introduzione della meritocrazia, che hanno contestato i 
meccanismi della valutazione proposti e che non si sono dichiarati 
disponibili ad accettare l’ignobile ricatto fondato sullo scambio tra 
i risparmi ottenuti con i tagli degli organici ed i licenziamenti e la 
promessa di qualche beneficio economico (tra l’altro  inesistente nei 
prossimi due anni).


Torino, Napoli, Pisa… il governo continua a cercare la miseria di una decina di istituti per fingere una sintonia con il mondo della scuola, ma la farsa della sperimentazione del “merito” anche a Milano e provincia non ha convinto quasi nessuno. Le scuole che con certezza sino ad ora hanno votato contro sono già oltre 100 (elenco in coda e aggiornato alla pagina http://www.forumscuole.it/rete-scuole/buoni-o-cattivi/milano/no-al-merito-milano ), in molte Scuole i dirigenti hanno fiutato l’aria e preferito evitare “la conta”. Di contro, tra i pronunciamenti a favore si registrano sino ad ora con certezza solo un paio di scuole di provincia (Legnano e Carugate).
Dobbiamo, nei prossimi giorni, essere ancora più vigili, perché il governo fa le sue mosse, come un pugile suonato che, però, non può perdere, perché l’offerta che c’è stata fatta è “di quelle che non si possono rifiutare” (come direbbe il loro maestro Al Capone).
Le novità sembrano almeno tre:

la partita si gioca fino a quando non vincono loro! Il governo allunga i termini già precedentemente prorogati: si chiude non più il 7, ma l’11 febbraio http://www.milano.istruzione.lombardia.it/comunic_11/cprot_1696_11.pdf, per ora…
è già stato confezionato un decreto Brunetta-Tremonti-Capra (vedremo se il suo aspetto definitivo sarà quello che trovate alla pagina http://www.forumscuole.it/rete-scuole/buoni-o-cattivi/DPCM%20art%2074.pdf ) che “lancia” e impone “i premi al merito” a prescindere dai risultati (e dall’avvio) della sperimentazione. Un decreto che va letto con attenzione e che contiene molti aspetti inquietanti e che conferma, per i pochissimi che hanno ancora dubbi, che le sperimentazioni non servono per ricavarne esperienze e indicazioni, ma solo per propaganda.
Si aggira per le scuole lo spettro dell’aggiornamento dell’anagrafe docenti http://www.istruzione.it/web/istruzione/prot613_11 , che è un grande lavoro di schedatura dei titoli di tutti i docenti a tempo indeterminato e che pare sovrapporsi come una seconda pelle al “discorso merito”… inutile sottolineare che i precari nemmeno esistono…
Stiamo attenti, siamo ad una nuova svolta, c’è ancora molto da fare.
ReteScuole

Ma (e lo diciamo anche con un po’ d’orgoglio) è anche una vittoria 
Cobas: a livello nazionale ci siamo attrezzati per tempo a questa 
battaglia  fornendo  strumenti di analisi e indicazioni utili ai/alle 
docenti, a livello provinciale ci siamo organizzati scuola per scuola 
facendo informazione quasi quotidiana, contrastando le argomentazioni 
dei favorevoli (pochi per la verità) e soprattutto annullando i 
tentativi di quei dirigenti scolastici che avevano cercato con ogni 
mezzo di far passare la sperimentazione ministeriale seguendo le 
indicazioni scaturite da due riunioni dei dirigenti scolastici con 
tanto di ispettore ministeriale.

Ringraziamo tutti/e i/le nostri/e iscritti/e, ma anche tanti/e non 
iscritti/e Cobas o iscritti/e ad altri sindacati: voi tutti/e siete 
stati/e i/le principali artefici di questo straordinario risultato.

Altre battaglie ci attendono, a partire da quelle del rifiuto delle 
prove Invalsi e della meritocrazia, contro il taglio degli organici e 
dei diritti, il blocco dei contratti e degli scatti, la guerra tra 
poveri tra i precari, battaglie che intendiamo condurre con tutti/e 
voi, con la stessa determinazione e con lo stesso criterio della 
partecipazione e dell’organizzazione dal basso, scuola per scuola, 
discutendo con voi e tra voi, elaborando contributi, documenti e 
mozioni, come abbiamo fatto con il rifiuto della sperimentazione 
ministeriale.

Cobas Scuola - Pisa



Vi allego il decreto ministeriale con cui si istituiscono il merito e la
valutazione dei docenti.
Dobbiamo opporci e subito: la questione riguarda TUTTI indistintamente, non
solo le città oggetto della sperimentazione!!!!!!!!!
Incollo una nota apparsa oggi su retescuole.
Ricordatevi l'appuntamento dell'11 febbraio: una buona occasione per
cominciare a ragionare sulla sostanza del problema e prepararci ad altri
appuntamenti specifici sulla valutazione che stiamo progettando e
calendarizzando per fine febbraio-marzo.
ciao

Roberta

I ministri Gelmini, Brunetta e Tremonti hanno concertato il decreto
applicativo concernente la valutazione degli insegnanti. Il documento
affronta la questione della premialità nelle scuole del primo e del secondo
ciclo. Si ribadisce una concetto già ampiamente espresso dai ministri
Gelmini e Brunetta: vietata la distribuzione a pioggia o sulla base di
automatismi. In assenza delle verifiche e attestazioni sui sistemi di
misurazione e valutazione adottati ai sensi del D. L.vo n. 150/2009 i premi
collegati alla performance saranno assegnati secondo le disposizioni
previste dal decreto. Tra queste disposizioni si evidenzia la pubblicazione,
da parte delle scuole sul proprio sito internet, di tutti i dati relativi al
ciclo della performance, pena la preclusione all’erogazione della
retribuzione di risultato al dirigente. I premi potranno essere assegnati a
non più del 75% del totale degli insegnanti in servizio nella scuola.

lascuolasiamonoi/misc/file/Merito%20DPCM%20art%2074.pdf


La firma del Dpcm sul "merito" rende eclatante la sonora bocciatura 
delle minisperimentazioni della Gelmini, sulla valutazione di docenti 
e scuole. Per mascherare la sconfitta bruciante, infatti, il trio 
Gelmini-Brunetta-Tremonti, senza neppure aspettare la data fissata per 
chiudere la possibilità di accedere alle sperimentazioni (7 febbraio), 
ha predisposto il testo del decreto applicativo della cosiddetta 
Brunetta per estendere a tutti "valutazione, merito e trasparenza".
Qualche giorno fa vi ho inviato una breve sintesi sul Dpcm.

Ma mentre continua, nelle città prescelte, questa battaglia contro il 
"merito", riprende anche quest'anno quella contro l'Invalsi.

Ricordo che i docenti non sono tenuti obbligatoriamente a 
somministrare le prove  ed a collaborare all’eventuale organizzazione 
delle stesse: il contratto nazionale di lavoro non prevede alcun 
obbligo di questo tipo per gli insegnanti, né tra gli obblighi di 
servizio, né nella funzione docente. Ciascun docente ha facoltà, nelle 
proprie ore di lezione, di decidere quali attività debbano essere 
svolte (sulla base del Pof e della programmazione annuale e 
settimanale) senza che chicchessia possa imporre altre attività prive 
dell’adesione degli insegnanti, poiché l’ art. 7 DLgs 297/1994 prevede 
che l’impostazione della didattica e dei criteri di valutazione è 
nella esclusiva competenza del collegio dei docenti.
Da questa norma deriva anche che il dirigente scolastico non può 
aderire autonomamente alle prove Invalsi, poiché tale decisione 
sarebbe illegittima senza una delibera del collegio. Pertanto, 
chiediamo che il collegio si esprima mettendo l’argomento all’odg e 
nel caso che il dirigente non lo faccia, raccogliamo un terzo delle 
firme dei componenti del collegio stesso per autoconvocarlo.


saluti, nanni

Un articolo di Tecnica della Scuola sulla questione http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=30780

Abbiamo avuto la conferma che oggi è stata riunita in tutta fretta
> la conferenza dei presidi della provincia di Massa-Carrara e lunedì
> (ultimo giorno utile per l'adesione delle scuole!) si terranno
> collegi straordinari in tutte le scuole della provincia per
> l'adesione alla sperimentazione. Loro sono alla frutta, giocano su
> effetto sorpresa. Noi ci proveremo, ma abbiamo solo 1 giorno! Sta
> succedendo solo qui o fanno un colpo di mano anche altrove? In
> fretta e furia abbiamo adattato questo volantino; cerchiamo di far
> circolare la proposta di mozione dei Cobas di Pisa e Cagliari.

COSA PREVEDONO LE SPERIMENTAZIONI DELLA GELMINI?
Sono state attivate due distinte sperimentazioni; entrambe alla fine
dell’anno scolastico forniranno elementi utili al ministro per
impostare definitivamente la questione del merito nelle scuole, in
linea con la Brunetta per il pubblico impiego. Entrambe prevedono, con
percorsi diversi, una differenziazione retributiva per i docenti.
VALUTAZIONE DIRETTA DEI DOCENTI:
● Chi partecipa? Il progetto coinvolgerà 20 scuole delle province di
Torino e Napoli sorteggiate tra tutte quelle che volontariamente
decideranno di aderire alla sperimentazione. Nelle scuole prescelte, i
docenti saranno liberi di sottoporsi o meno alla valutazione. Tutto
questo avverrà entro dicembre 2010.
● Chi valuta? In ognuna di queste scuole sarà istituito un nucleo di
valutazione formato dal Dirigente + 2 colleghi eletti a scrutinio
segreto + il Presidente del Consiglio d’Istituto in veste di
osservatore.
● Cosa viene valutato? il curriculum vitae + un non meglio precisato
documento di autovalutazione + i risultati di questionari di
gradimento svolti tra alunni e genitori + delle generiche “qualità
desiderabili di un docente” sulla base anche dell’art. 27 del CCLN,
cioè “competenze disciplinari, psicopedagogiche, metodologico-
didattiche, organizzativo-relazionali e di ricerca, documentazione e
valutazione tra loro correlate ed interagenti” (insomma elementi,
questi ultimi, tutt’altro che oggettivi). Anche qui, tramite una
ricerca che sarà svolta dall’Associazione Trelle, saranno
considerati i risultati dei test invalsi.
● Chi vince ? Il 15-20% dei docenti della scuola
● Cosa si vince? Una mensilità lorda in più
2) VALUTAZIONE DELLE SCUOLE:
● Chi partecipa? Il progetto coinvolgerà, su base volontaria, tutte
le prime medie delle province di Pisa e di Siracusa
● Chi valuta?I valutatori sono 2 ed entrambi esterni:
a) INVALSI → misurerà il valore aggiunto degli apprendimenti
confrontando i risultati dei quiz della quinta elementare, della prima
media e della terza media; si terrà conto delle differenze di contesto
ambientale delle scuole
b) un team composto da un ispettore + 2 esperti che sottoporranno la
scuola a non meglio precisate verifiche esterne sulla base di un
protocollo unico
● Cosa viene valutato? INVALSI valuta le competenze, ma non si
conoscono i contenuti del protocollo che sarà utilizzato dagli
osservatori esterni (pare di capire che si valuteranno organizzazione,
gestione, didattica, relazione, ecc., insomma nuovamente elementi
tutt’altro che oggettivi)
● Chi vince ? Si faranno 2 graduatorie: una sui risultati INVALSI,
l’altra sulla base delle relazioni finali che produrranno gli
osservatori esterni: queste relazioni saranno inviate a una
commissione tecnica regionale che provvederà a stilare questa seconda
graduatoria. La graduatoria finale risulterà dall’integrazione tra
le due graduatorie; il Ministro si riserva di decidere quale peso
attribuire all’una e all’altra. In ogni caso vincerà il 25% delle
scuole che otterranno il punteggio più alto.
● Cosa si vince? La vittoria massima prevista (pare di capire che tra
il 25% delle scuole premiate esisterà una gradualità e un rapporto
con il numero di docenti presenti) è di 70.000 euro; questi soldi
saranno vincolati alla retribuzione di tutto il personale delle scuole
vincitrici.
Tutto questo era previsto al 18 novembre 2010: le scuole avevano tempi
strettissimi, entro dicembre dovevano dare la loro adesione…
Ma...
Le scuole cominciano a esprimersi e nella grandissima maggioranza i
Collegi docenti delle province interessate respingono in massa la
sperimentazione.
Allora il 15 dicembre l’USP di Torino, (che non riesce a trovare
nella città le 20 scuole che aderiscano al progetto) emana una
circolare in cui allarga la sperimentazione a tutta la provincia, ma
ancora non riescono a trovare le 20 scuole. Così il 24 gennaio 2011 la
sperimentazione viene allargata a tutto il Piemonte, ma ancora le 20
scuole non si trovano.
A NAPOLI E A PISA SI VERIFICA LA STESSA SITUAZIONE (mentre a Siracusa
riescono a trovare qualche scuola media che aderisce senza che il
Collegio sia stato però chiaramente informato: il MIUR plaude
pubblicamente alla “responsabilità” dimostrata).
Così al MIUR, incuranti del segnale chiarissimo che arrivava dal mondo
reale della scuola, hanno deciso di allargare la sperimentazione a
Milano e a Cagliari. Riusciranno i nostri eroi a trovare in tutta
Italia una manciatina di scuole per far la loro sperimentazione?
INVITIAMO TUTTI I COLLEGHI A RESPINGERE ANCHE A MASSA CARRARA
L’ADESIONE AL PROGETTO DI VALUTAZIONE!

Cari genitori e insegnanti

dell’Assemblea delle Scuole di Bologna e Provincia,

 

da tempo molti di noi si chiedono se non varrebbe la pena incontrarsi, per discutere a lungo e a fondo di ciò che sta accadendo alla scuola pubblica e quindi a noi, genitori e insegnanti che direttamente o indirettamente, la abitiamo quotidianamente.

Tante volte lo abbiamo già fatto è vero, e siamo stati un punto di riferimento insostituibile per il movimento diffuso che dal 2007 fino ad oggi ha opposto una strenua resistenza al degrado delle nostre istituzioni scolastiche.

Oggi, con la franchezza e l’umiltà a volte necessarie per ritrovarsi, magari più fragili di quanto pensassimo ma anche più realisti, potremmo dire di essere riusciti solo in piccola parte nel nostro generoso intento.

Ma con la stessa franchezza vogliamo anche affermare che non intendiamo alzare le braccia in segno di resa né oggi né domani.

Dunque da qualche parte bisogna pur ricominciare e pensiamo che non si possa che ricominciare da noi stessi, dai tanti che in questi anni si sono battuti per una scuola che potesse garantire una vita dignitosa ai nostri figli.

Certo il paesaggio è mutato e non di poco, di questo dobbiamo prendere atto.                                        

Si potrebbe dire che ormai non è più in gioco solo la riforma della scuola, ma come dicono con insistenza gli studenti e gli operai di Mirafiori, è in gioco il futuro stesso della nostra democrazia e quello di un’intera generazione, che vede davanti a sé l’ansiosa prospettiva di un lavoro precario a vita.

Gli spazi di democrazia si restringono ogni giorno, ogni giorno sono messi in discussione diritti che parevano acquisiti per sempre: il diritto ad un’istruzione pubblica di qualità come il diritto ad un lavoro dignitoso o il diritto all’eguaglianza di fronte alla legge.

Così la domanda diventa: cosa sta accadendo al nostro Paese e quali conseguenze produrrà il degrado morale politico e culturale  che ormai in modo così sfacciato segna la vita di tutti noi?

E da dove si può riprendere per costruire democrazia e intelligenza se non dalla scuola, dall’educazione, dalla formazione delle nuove generazioni?

Il sistema educativo nel suo insieme boccheggia ormai cianotico, ma non è finita, dobbiamo prepararci ad un’ulteriore offesa, la terza tranche di tagli: 20 mila insegnanti e 15 mila collaboratori scolastici.

Alla fine della strada cosa rimarrà della nostra scuola?

 

P

er tutte queste ragioni e di certo molte altre, sentiamo che varrebbe la pena discutere sul da farsi, tutti insieme per capire come non cedere all’impotenza, come riprendere l’iniziativa, con quali idee, con quali compagni di strada, con quali forze.

Nell’attesa di convocare l’Assemblea sarebbe vitale, oltre che significativo, se tutti noi, magari avanzando dubbi o lamentando stanchezze, proponessimo gli argomenti di cui si pensa valga la pena discutere, idee da sviluppare, iniziative cui dare vita, slanci creativi…

Sarebbe insomma bellissimo se già l’ordine del giorno della prossima Assemblea delle scuole scaturisse dai nostri pensieri, da un ascolto reciproco e libero.

 

Per farlo possiamo scrivere a questo indirizzo assembleascuolebo@gmail.com

e leggere/partecipare al dibattito che ne seguirà su http://www.assembleascuolebo.org

 

 Gruppo di lavoro dell’Assemblea delle scuole


Dopo le nostre proteste, dopo i passi indietro dell'Unuci...
LA REGIONE LOMBARDIA BATTE IN RITIRATA!

ANNULLARE IL PROTOCOLLO "ALLENATI PER LA VITA"!
NO AI CORSI PARAMILITARI NELLE SCUOLE!
MAKE SCHOOL, NOT WAR!

Leggi la petizione on line della campagna "Make School Not War", per la cancellazione del progetto "Allenati per la vita": http://www.cantiere.org/art-02786/make-school-not-war.html

Dopo la rinuncia dell'Unuci a tenere i corsi per piccoli balilla nelle scuole lombarde, grazie alle iniziative e delle mobilitazioni dei collettivi e degli studenti dello scorso autunno, anche la Regione Lombardia sembra fare un grosso passo indietro sul progetto di educazione militare "Allenati per la vita". Infatti durante il consiglio regionale di oggi, in risposta ad un'interrogazione sul progetto, Romano LaRussa ha sostenuto che nessuna richiesta di patrocinio fosse mai pervenuta al Pirellone da parte del progetto "Allenati per la vita": ciononostante il logo della Regione continua a capeggiare su tutti i materiali inerenti alle iniziative del progetto militaresco. Forse l'iniziativa è talmente impresentabile che la Regione è costretta a negare pubblicamente il proprio patrocinio...

A questo punto anche la Regione sembra essersi ritirata dal progetto, di cui ora più che mai non resta più motivo di esistenza, se non quello di continuare a sottrarre fondi preziosi per le nostre scuole e per il nostro futuro. Solo una settimana fa eravamo in corteo ribadendo che i soldi per la scuola, per i lavoratori e per il futuro del nostro paese si devono trovare tagliando le enormi spese militari. Con maggiore indignazione ora esigiamo che il governo smetta di spendere miliardi in armamenti e stupide missioni di guerra, di finanziare progetti degni del Ventennio fascista come "Allenati per la vita" e la Mini Naja, a favore invece del nostro futuro, che soprattutto in tempo di crisi sembra essere sempre più precario e incerto. Per questo ci uniamo al coro che una generazione in rivolta in tutto il mondo, dall'Europa all'altra sponda del Mediterraneo, sta urlando nelle piazze e nelle città: "Fund our Future!".

I SOLDI PER IL NOSTRO FUTURO SI DEVONO TROVARE, TAGLIANDO LA SPESA MILITARE!
FUND OUR FUTURE!

COORDINAMENTO DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI DI MILANO E PROVINCIA



*a milano l'inquinamento atmosferico è alle stelle*
per ricordare a chi amministra il dovere di tutela della salute pubblica,
nostra e dei nostri figli
i genitori antismog ti invitano in piazza della scala sabato 5 febbraio alle
11:00
http://icdo-nogelmini.blogspot.com/2011/02/volantino.html

*acqua bene comune*
ne parleremo molto nei prossimi mesi
segnaliamo un video realizzato dai bambini degenti del reparto di Pediatria
dell'Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo nell'ambito di un progetto di
educazione al cunsumo consapevole
http://icdo-nogelmini.blogspot.com/2011/02/acqua-bene-comune.html

*unacrepaincomune: il presidio del 31 gennaio*
foto e video dal presidio, la rassegna stampa
http://icdo-nogelmini.blogspot.com/2011/02/unacrepaincomune-un-successo-il.html

Segnalo in Education2.0 http://www.educationduepuntozero.it/community/pof-partecipato-territoriale-401595634.shtml l'articolo: "POF partecipato e territoriale"
Il Piano dell’Offerta Formativa come strumento di autonomia, tra aspirazioni e prorogatio.

Il periodico dossier di Tuttoscuola “Un anno di scuola dalla A alla Z” ha dedicato quest’anno la lettera “P” alla parola “Prorogatio”, che ha condannato gli organi collegiali territoriali a una inesorabile agonia.

Nell’infinita attesa dei nuovi organi introdotti dal Dlgs 233/99, rimasto privo di decreti attuativi, non vi è più stata per le componenti elettive (studenti, genitori, docenti) né opportunità di rinnovo, né di surroga a causa dell’esaurimento delle liste. Tuttavia mentre i Consigli Scolastici Distrettuali e Provinciali, ormai dimenticati, sono stati progressivamente privati di supporti ed esautorati nelle funzioni, il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, “l’organo collegiale nazionale elettivo di massima rappresentanza scolastica”, al quale però non partecipano genitori e studenti, ancora una volta è stato confermato nella sua composizione dal decreto milleproroghe.

Così, con quegli organi che erano “l’espressione diretta del mondo della scuola” a livello territoriale si perde anche la percezione della loro utilità e dell’importanza di una scuola partecipata che si rapporta e programma con il territorio.

Fa piacere perciò trovare inaspettate conferme che i genitori siano ancora considerati parte integrante del progetto educativo e formativo (1).

Intanto si approssima la scadenza del 12 febbraio per la presentazione delle iscrizioni, quando le scuole dovranno consegnare il POF alle famiglie, e il termine perentorio del 14 febbraio per l’approvazione del programma annuale.

La dettagliata nota ministeriale del 15 novembre 2010 infatti, emessa un mese prima della scadenza del termine ordinatorio, ha fornito istruzioni per la redazione del programma annuale, illustrando inoltre ampiamente il perché della richiesta di inserire “opportunamente” i residui attivi (crediti) di competenza dello Stato nell’aggregato “Z”, peraltro in parte incassati da talune scuole cui il Miur ha cominciato a erogare un finanziamento ulteriore (2).

Attraverso il programma annuale ogni Istituzione scolastica programma l’attività finanziaria, tenendo conto delle effettive possibilità di realizzazione, sulla base degli obiettivi da realizzare e delle risorse disponibili, in coerenza con il POF.

Le fasi e modalità di approvazione del più importante strumento dell’autonomia costituiscono i moderni arcani della nostra scuola.

Il programma deve essere coerente al POF, che a sua volta deve essere coerente alle scelte di gestione espresse dal programma, successivamente all’assegnazione delle risorse. Infatti, in ossequio ai principi della trasparenza e della veridicità dell’art. 2 comma 2 del D.I. 44/01, il programma dovrà prevedere attività che si è sicuri di poter realizzare godendo di adeguata copertura finanziaria. Certezza che si consegue con la comunicazione ministeriale (di regola prima del termine di dicembre).

Sicché la programmazione risente dei diversi tempi della contabilità e dell’istruzione dal momento che l’anno scolastico non corrisponde a quello solare.

Resta l’incognita sul momento in cui dovrebbero essere “formulati” e recepiti, ai sensi dell’art. 3 DPR 275/99, le “proposte ed i pareri” degli organismi di partecipazione e delle associazioni anche di fatto di studenti e genitori. Infatti la loro acquisizione deve precedere l’elaborazione del collegio, che di essi dovrebbe “tenere conto”.

Solo così può dirsi “partecipato” un POF che il consiglio “adotta” ma non “approva”, con i legittimi dubbi conseguenti sul ruolo del consiglio stesso.

In mancanza di organi espressione “diretta” della comunità locale, sembra delinearsi invece un “POF territoriale” (3) che non rappresenta l’offerta scolastica e formativa condivisa e programmata delle scuole di un ambito, ma piuttosto quella delle risorse che l’ente territoriale mette a disposizione sulla base di intese o “conferenze”, espressione della rappresentanza “legale” delle istituzioni scolastiche.

Il CNPI, in un suo recentissimo parere di ottobre 2010, ha ribadito la necessità di garantire la rappresentanza e la partecipazione democratica delle componenti della scuola, in forza del principio “della condivisione delle scelte educative”. Rappresentanza che “a livello territoriale” può “presentare profili giuridici e funzionali differenziati (organi collegiali territoriali, consulte, conferenze di servizio...), a condizione che la rappresentanza legale delle scuole [vale a dire quella propria dei dirigenti] sia opportunamente integrata con quella delle altre componenti scolastiche [genitori, studenti, docenti, ATA]”.

Sorprende quindi che, in recenti proposte, le “reti istituzionali di scuole” sostituiscano a livello territoriale in maniera autoreferenziale organi partecipati, espressione di democrazia diretta, e che inspiegabilmente non si ritengano condivise le opportunità di chiari e collaudati strumenti dell’autonomia (4), che invece costituiscono modelli esemplari di “governo” partecipato del territorio in questa fase di transizione, come la Consulta provinciale dei genitori di Bolzano e la Consulta dei Genitori di Trento.
 (...)
Saluti
Cinzia
http://www.apritiscuola.it/consultadeigenitori/


Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
URL di riferimento: http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/index.php?mod=read&id=1296933812