notizie e rassegna stampa della settimana



lascuolasiamonoi/misc/image/assemblea%2017%20genn.jpg


lascuolasiamonoi/misc/image/k3%20occupata.jpg



(leggi tutto per altri articoli della settimana- classi affollate, sciopero 28 gennaio, stipendi degli insegnanti di alternativa alla religione, scatti di anzianità,  fondi alle scuole e agli atenei, Limina "promosso", sciopero delle gite, ecc.)

www.parmatoday.it/cronaca/sciopero-precari-scuola-28-01-2011.html











CONTRIBUTI VOLONTARI: c’è chi dice NO
Il 44° RAPPORTO del CENSIS rivela che solo il 56,5% delle scuole italiane richiede ai genitori dei propri alunni un contributo in danaro.
 
leggi tutto al link:
 
 
Saluti
Francesco


lascuolasiamonoi/misc/image/movimento%2017%20genn.jpg


 


 l'elenco aggiornato delle Scuole che, ad oggi, hanno deliberato CONTRO la partecipazione al progetto sperimentale sul "merito", che trovate anche al link
http://www.forumscuole.it/rete-scuole/buoni-o-cattivi/milano/no-al-merito-milano


SCIOPERO 28 GENNAIO: AUMENTANO LE ADESIONI
di R.P.
25/01/2011
Ma anche le polemiche: i movimenti accusano la Flc-Cgil di non avere abbastanza coraggio. Intanto L'Unione sindacale di base annuncia un nuovo sciopero nazionale per l'11 marzo.

Mentre fra movimenti e Flc-Cgil è ormai scontro aperto sullo sciopero nazionale del 28 gennaio, c'è già chi sta lavorando per organizzare un nuova fermata generale dei lavoratori pubblici e privati: è l'Unione dei sindacati di base che ha indetto uno altro sciopero nazionale per l'11 marzo prossimo (ma per l'8 marzo è già programmato lo stop della scuola annunciato da tempo dal Sisa, quindi bisogna capire cosà dirà la Commissione di Garanzia).
Certo è che il fronte sindacale appare ormai parecchio frantumato, con Cisl, Uil e Snals che continuano a difendere l'accordo sulla questione degli scatti di anzianità e Flc-Cgil che continua invece a sostenere che l'accordo è una vera e propria bufala, tanto è vero che nel cedolino di gennaio i dipendenti della scuola si sono visti spostare di due anni almeno la data nella quale vedranno il prossimo aumento.
Intanto per giovedì 28, il cartello delle adesioni alla protesta si è via via allargato: alla proclamazione inziale della CUB, si è aggiunta immediatamente l'adesione dei Cobas e subito dopo quella dell'USI-Ait e dell'Unicobas.
Sono di questi giorni le prese di posizione del CPS (Coordinamento Precari Scuola) e della Associazione Professione Insegnante che hanno reso noto di aderire alla protesta non solo per solidarietà nei confronti della Fiom-Cgil ma anche per ribadire che in questi ultimi due anni la scuola è stata fin troppo taglieggiata con interventi di "razionalizzazione" che però rischiano di far collassare l'intero sistema scolastico.
A nulla sono valsi invece gli appelli che i movimenti hanno rivolto alla Flc di Mimmo Pantaleo per convincere il sindacato aderente alla Cgil di non lasciare da soli né i metalmeccanici della Fiom né i lavoratori (e in particolare quelli precari) della scuola.
La Flc non si è spostata dalla posizione iniziale: massima solidarietà alla Fiom, ma di sciopero non se ne parla.
Forse anche perché gli scioperi orari di ottobre, novembre e dicembre non sono stati proprio un gran successo, tutt'altro: non si è andati mai al di là del 4-5% nonostante che i motivi della protesta fossero chiari e precisi.



...alcuni/e dovranno aspettare anni per l'aumento...

http://www.repubblica.it/scuola/2011/01/24/news/giallo_scatti_prof-11584861/?ref=HREC1-2

L'inghippo sugli stipendi dei prof
solo una parte prenderà gli aumenti

Ministero e parte dei sindacati avevano assicurato che gli scatti, bloccati dalla manovra, erano stati reintegrati. Ma ora, guardando le buste paga, per circa 400mila, questo avverrà con tre anni di ritardo. E parte l'allarme di SALVO INTRAVAIA

Sorpresa amara in busta-paga per 300 mila docenti e 70 mila non docenti della scuola. Nel prospetto dello stipendio di gennaio, nonostante le rassicurazioni di parecchi sindacati e dello stesso governo, migliaia di insegnanti, bidelli e personale di segreteria scoprono che per ottenere il prossimo scatto di stipendio dovranno attendere otto anni, non più sei come stabilito dal contratto. Una enormità se si considera che il contratto della scuola è scaduto a fine 2009 e che nel frattempo il costo della vita crescerà almeno di 15 punti.

La notizia circola da diversi giorni in alcuni siti specializzati. Al momento, i più cauti battezzano la questione come semplice "giallo sugli scatti". Ma basta confrontare i prospetti di dicembre e gennaio inviati dal ministero dell'Economia agli interessati per comprendere la portata del blocco degli scatti, che alcuni sindacati giurano di avere disinnescato. Per comprendere la questione occorre fare un passo indietro, ritornando al mese di giugno del 2010, quando il governo sotto i colpi della crisi economica mondiale e della speculazione internazionale vara una megamanovra finanziaria da 25 miliardi.

In un primo momento, gli stipendi degli insegnanti vengono colpiti in tre modi: congelamento del rinnovo del contratto, già scaduto il 31 dicembre del 2009; blocco per un triennio degli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto vigente e dirottamento della quota di risparmi destinata al merito per coprire debiti del governo nei confronti delle scuole. Di frontead una simile batosta, opposizioni e sindacati alzano la voce e dopo diverse manifestazioni di piazza e una complessa trattativa con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, Cisl e Uil scuola e Snals strappano un impegno: il blocco degli scatti automatici viene scongiurato e saranno coperti con la quota di risparmi destinata al merito. Le scuole che vantano crediti nei confronti del ministero faranno come hanno fatto finora: si arrangeranno.

Ma, come sarebbe stato più logico fare, al momento di convertire in legge il decreto sulla manovra il Parlamento non cancella il famigerato comma 23 dell'articolo 9, che blocca gli scatti per il 2010, 2011 e 2012. Preferisce invece aggiungere a tre diversi articoli altri tre commi che solo letti insieme e con notevole sforzo interpretativo riconsegnano gli scatti a coloro che avrebbero dovuto percepirli nel 2010, 2011 e 2012. E, a riprova che "il pericolo è superato", pochi giorni fa arriva il decreto di Tremonti che assegna i fondi per il 2010. Lasciando intendere che una soluzione analoga sarebbe stata adottata anche per il 2011 e per l'anno successivo.

Ma la verità sembra un'altra: coloro che hanno ricevuto lo scatto di stipendio nel 2010, nel 2009 e nel 2008 restano fregati. Roberta è una insegnante di scuola dell'infanzia che ha ricevuto l'aumento di stipendio a settembre dello scorso anno e fino alla busta-paga del mese di dicembre il suo cedolino indicava il successivo scatto, pari a 2 mila euro l'anno circa, per il 2016. Ma nel prospetto del mese di gennaio, a sorpresa, scopre di "scattare" nel 2018: due anni dopo. Dovrà in sostanza  attendere ben otto anni prima di ricevere un aumento di stipendio pari a 100 euro al mese netti.

Il conteggio effettuato da Osvaldo Roman, uno che se ne intende di questioni scolastiche, spiega che tutti i docenti con nove anni di anzianità di servizio perderanno 25 mila euro fino a fine carriera. Saranno un po' più fortunati coloro che devono rimanere in cattedra per meno tempo: da 18 mila euro a 4 mila per coloro che hanno 35 anni di servizio. Del resto, non è un segreto che con questa manovra sugli stipendi di docenti e Ata il governo intendeva racimolare un bel gruzzolo: 18 miliardi di euro con effetti fino al 2050, come si legge nella relazione tecnica allegata alla manovra.

SCATTI, ANCORA POLEMICHE PRETESTUOSE E INESATTE: chiarezza per bloccare strumentalizzazioni politiche - Dichiarazione congiunta

E' davvero strano l'accanimento con cui da più parti si sta sparando a zero contro la soluzione conseguita da Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda per il recupero degli scatti di anzianità del personale della scuola.

Proprio nel momento in cui quell'accordo sta producendo i suoi effetti, con l'avvenuto pagamento degli scatti nelle buste paga di gennaio; proprio nel momento in cui si rende evidente che il primo dei tre anni di blocco è stato recuperato (così come dovrà avvenire per gli anni successivi, secondo quanto prevede il decreto interministeriale da poco firmato in attuazione delle intese), si registra l'uscita intempestiva e inesatta del responsabile scuola del Pd, Francesca Puglisi.

Non è la prima volta, purtroppo, che le succede di prendere di mira i risultati di un'azione sindacale utile per i lavoratori della scuola. Per ragioni che ci sfuggono, sembra quasi irritata del fatto che il sindacato abbia trovato, utilizzando gli strumenti propri della sua azione, soluzioni al delicato problema del blocco degli scatti deciso con il decreto-legge 78/2010.

Che doveva fare il sindacato, attendere fiducioso che qualcuno vincesse la battaglia parlamentare in sede di conversione in legge? E non essendo stata vinta, attendere - sempre fiducioso - l'avvento di una nuova maggioranza e di un nuovo Governo?

In attesa che la politica trovi rimedi migliori dei nostri, di cui saremo ben lieti, invitiamo l'on. Puglisi a rispettare il nostro lavoro; la invitiamo, prima di tutto, a basarsi su una corretta conoscenza di fatti e circostanze che risultano invece trattati con grande superficialità, suscitando ingiustificati allarmismi.

A chi dichiara che dalle buste paga di gennaio risulterebbe che sono "cancellati tre anni di servizio" e che c'è "un buco nella carriera degli insegnanti che non verrà più recuperato", vogliamo intanto ricordare ancora una volta che:

  • a gennaio, così come era già avvenuto nei mesi precedenti, gli scatti sono stati regolarmente attribuiti a chi li aveva maturati (anche se il 2010 rientrava negli anni "sterilizzati" dalla manovra);
  • i tre anni di blocco sono diventati due, come dimostra proprio il tanto discusso allungamento delle scadenze, che senza il nostro accordo sarebbe stato, infatti, di tre anni;
  • nel decreto l'art. 4 finalizza le risorse per riconoscere l'anzianità di servizio e il relativo scatto anche per gli anni successivi. L'erogazione e il riconoscimento giuridico avverranno anno per anno, previa certificazione delle risorse, così come avvenuto per l'anno 2010.

L'intesa, dunque, nonostante i suoi detrattori (le cui critiche non di rado tendono a configurarsi come incauti "suggerimenti al nemico"), fin qui ha funzionato. Chi l'ha sottoscritta, ha le carte in regola, e certamente qualche ragione in più degli altri, per rivendicarne anche in seguito una puntuale e rigorosa attuazione.

Speriamo che chi la contesta si limiti a criticarla e non si metta a remare contro.

Roma, 24 gennaio 2011

Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola

Massimo Di Menna, Segretario Generale UIL Scuola

Marco Paolo Nigi, Segretario Generale SNALS Confsal







lascuolasiamonoi/misc/image/universit%C3%A0%20fondi.jpg






Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
URL di riferimento: http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/index.php?mod=read&id=1295968833