prove INVALSI- non aderiamo- non collaboriamo !!!!




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E' uscito il cronogramma di somministrazione delle prove INVALSI nelle scuole.
lascuolasiamonoi/misc/file/Scadenzario_SNV_2010_11.pdf
lascuolasiamonoi/misc/file/Nota_MIUR_3813_SNV2011.pdf

Attiviamo nei Collegi Docenti tutte le iniziative che mettano in discussione le Prove, la logica Meritocratica e l'uso strumentale dei risultati.

www.forumscuole.it/rete-scuole/buoni-o-cattivi

C'è una strettissima connessione tra le Prove e la Sperimentazione sul Merito a cui tantissimi Collegi Docenti di Pisa, Torino, Napoli e Milano si stanno opponendo.


Una circolare Ministeriale non può obbligarci a "collaborare" con l'INVALSI !!!!

www.forumscuole.it/rete-scuole/buoni-o-cattivi/Resistenze/NOtest_Invalsi.pdf

www.cattolicaperlascuola.net/2010/06/perche-no-agli-invalsi-del-04052010/



Perché no agli INVALSI

Alla Dirigente Scolastica

Al Collegio dei docenti

Ai rappresentanti dei genitori delle classi seconde e quinte

Pc: al Presidente dell’Istituto Invalsi

Prof. Piero Cipollone

Villa Falconieri, via Borromini 5 – Frascati (Rm)

Oggetto: rilevazione degli apprendimenti INVALSI

Noi genitori dei bambini delle classi seconde e quinte del Circolo Didattico di Cattolica (RN), intendiamo lamentare la scarsa,intempestiva e contraddittoria informazione ricevuta dalle istituzioni scolastiche e con i seguenti punti dire il nostro NO alla rilevazione degli apprendimenti attraverso le prove INVALSI.

Perché no, giuridicamente parlando.

Ci siamo informati e abbiamo saputo che la decisione di partecipare alle suddette prove è di esclusiva competenza del Collegio dei Docenti e nella disponibilità delle/dei singoli insegnanti di classe (si vedano, a tale riguardo, l’articolo 4, comma 4 del DPR n° 275/1999 del Regolamento Autonomia e l’articolo 7, comma 2 del D.L.vo n° 297/1994 del Testo Unico Istruzione) .

Il Ministero ha inviato una circolare in cui si afferma che le prove sono obbligatorie; ma le circolari, ci hanno detto, non possono fare norma; semplicemente devono dare indicazioni di applicazioni delle norme che devono essere decise nelle sedi opportune; nella norma di riferimento non compare alcuna obbligatorietà.

Perché no, didatticamente parlando.

Queste prove sono ritenute didatticamente negative da numerosi pedagogisti e docenti per i seguenti motivi:

Le prove sono uguali per tutti/e. I nostri bambini, le nostre bambine, sono bambini e bambine reali con le loro profonde diversità di ritmo e modi di apprendimento.

Il linguaggio delle prove. Il linguaggio delle prove, persino delle consegne, è lontano dalla pratica pedagogico-didattica delle nostre scuole. Nessun insegnante di buon senso ha mai pensato di organizzare e mettere in pratica “esperimenti” di questo tipo durante l’ anno scolastico.

I “concetti” messi in campo. I concetti provengono da tutti gli indirizzi cognitivi collegati alla disciplina (in matematica ad esempio: si va dal concetto di numero, alle operazioni, alle frazioni, alla risoluzione dei problemi, alla geometria, al sistema metrico decimale ecc.). In alcuni casi fanno riferimento a concetti di anni diversi da quello in corso.

Il tempo di somministrazione. Il tempo risulta sproporzionato rispetto alle richieste di applicazione fatte ai bambini/e. Lo sforzo mentale che si richiede per passare da un campo cognitivo all’altro, da un concetto ad un altro ad esso disgiunto e molto distante, esige molto più tempo dei 60 minuti previsti.

Il contesto di somministrazione. Il contesto, senza la presenza delle insegnanti di riferimento, comporta una evidente interruzione dell’esperienza scolastica conosciuta.

Le prove riguardano solo due discipline. Le prove sono relative a due sole discipline, lingua italiana e matematica, in netto contrasto con quanto stabilito dai programmi che chiedono alla scuola di considerare come egualitari tutti i canali di comunicazione.

Per l’Istituto Invalsi i bambini/e con disabilità, i bambini/e di altra cultura, sono invisibili. Essi/e sono, invece, persone in carne ed ossa a cui dedicare giorno dopo giorno attenzione e intelligenza perché possano avere le stesse opportunità di tutti gli altri bambini/e presenti nelle classi.

Perché no, professionalmente parlando.

Il “meccanismo” ci pare, dunque, pericoloso e penalizzante per chi nella scuola lavora con impegno e passione.

Sappiamo che nessun insegnante rifiuta o evita controlli o rilevamenti. La professione docente è giocata sullo scambio continuo e quotidiano con gli alunni/e, con noi genitori, con le colleghe/i e con tutti gli operatori della scuola. Il confronto è alla base dell’essere insegnanti.

Che lo strumento sia assolutamente inadeguato sembrano dirlo gli stessi curatori quando sottolineano che il suo uso “è sconsigliato” nella didattica quotidiana e che deprecabile sarebbe, sempre a loro parere, che le/gli insegnanti esercitassero i loro alunni in vista delle prove riprendendo modalità e contenuti delle precedenti esperienze INVALSI. Sappiamo, invece, che il mondo della scuola e l’editoria scolastica si sta attrezzando proprio per rispondere alle richieste dell’INVALSI promuovendo, di fatto, un insegnamento/apprendimento ridotto ad allenamento sterile e pedagogicamente deleterio.

    In conclusione, cerchiamo di riassumere quello che sino ad ora si è scritto.
    Le prove INVALSI:
  • sono uno strumento sbagliato ed inadeguato sia per la loro “logica complessiva” sia nella loro formulazione pratica;
  • rischiano di modificare e squilibrare profondamente il sistema scolastico “indagato” calando dall’esterno e dall’alto modelli didattici e modalità operative non appropriate e spesso non condivise;
  • generano timori, ansie e frustrazione;
  • trasformano la scuola in una fabbrica seriale di conoscenze standardizzate e predefinite, asetticamente “misurabili” e controllabili.

In questa idea di scuola speriamo che pochi, di noi genitori, vogliano credere.

Se la Dirigente e gli insegnanti interessati non riterranno opportuno “ritirarsi” dalle prove in discussione, noi genitori ci rifiuteremo di mandare i nostri bambini a scuola nei giorni in cui esse avranno luogo. Chi di noi dovesse decidere di far partecipare i propri figli alle prove, lo farà senza condivisione alcuna. In ogni caso,noi genitori, ci impegniamo a spiegare e motivare ai nostri figli il perchè delle decisioni prese.

 

I genitori delle Scuole Elementari

Repubblica e Carpignola di Cattolica (RN)

Ai genitori che fossero d’accordo con il nostro NO chiediamo di firmare e di consegnare la presente alle insegnanti o al rappresentante di classe.

 

Firma

Madre ________________________________

Padre ________________________________

 

 

Allegato 1

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

8 marzo 1999 n. 275

Regolamento recante norme in materia

di autonomia delle istituzioni scolastiche

…omissis…

articolo 4

…omissis…

4. Nell’esercizio della autonomia didattica le istituzioni scolastiche assicurano comunque la realizzazione di iniziative di recupero e sostegno, di continuità e di orientamento scolastico e professionale, coordinandosi con le iniziative eventualmente assunte dagli enti locali in materia di interventi integrati a norma dell’articolo 139, comma 2, lett. b) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. Individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati.

Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297

Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione

Art. 7 – Collegio dei docenti

…omissis…

2. Il collegio dei docenti:

a) ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del circolo o dell’istituto. In particolare cura la programmazione dell’azione educativa anche al fine di adeguare, nell’ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il coordinamento interdisciplinare. Esso esercita tale potere nel rispetto della libertà di insegnamento garantita a ciascun docente;

…omissis…

d) valuta periodicamente l’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell’attività scolastica;

…omissis…

f) adotta o promuove nell’ambito delle proprie competenze iniziative di sperimentazione in conformità degli articoli 276 e seguenti;

…omissis…

r) si pronuncia su ogni altro argomento attribuito dal presente testo unico, dalle leggi e dai regolamenti, alla sua competenza.
 

"MERITO": la mozione del collegio dei docenti del Liceo Classico Linguistico Gioberti di Torino

Torino, 9 dicembre 2010

Il Collegio Docenti del Liceo V. Gioberti, avendo accuratamente analizzato la “Proposta di progetto sperimentale per premiare gli insegnanti che si distinguono per un generale apprezzamento professionale all'interno di una scuola" di cui alla Circolare Ministeriale del 18.11.2010, ritiene che:

• non sia accettabile un progetto premiale alimentato da fondi provenienti da quegli stessi tagli che hanno causato serie difficoltà alla scuola pubblica italiana in termini di risorse e di personale (fino ad oggi meno 150.000 tra docenti e ATA), per di più in una fase in cui i nostri salari sono stati ulteriormente mortificati (congelamento degli stipendi e blocco degli scatti di anzianità);

• così come formulato, il progetto possa alimentare sul luogo di lavoro una logica individualistica di competizione piuttosto che di condivisione e di collaborazione; né risulta chiaro come, premiando un massimo del 20% dei docenti che presenteranno le loro candidature, si possa ottenere “un miglioramento dell’attività didattica”, la quale, per definizione, si fonda su un lavoro collegiale.

• detto "progetto", volto ad individuare "un metodo ... poco costoso per riconoscere e premiare il merito", sia privo di qualsiasi validità statistica, in quanto coinvolgerebbe un numero infimo di scuole e di docenti - 20 scuole in tutta la città di Torino ed altrettante in quella di Napoli, una percentuale troppo esigua per essere rappresentativa delle quasi 10.000 scuole del territorio nazionale;

• tanto la scelta dei responsabili della valutazione quanto quella dei parametri da questi applicati siano quantomeno discutibili. L’elezione di una commissione ‘interna’ alla scuola non può assicurare quegli indispensabili criteri di imparzialità nella valutazione dei docenti. Tralasciando di commentare l’aleatorietà del cosiddetto documento di autovalutazione, la cui bozza non è ancora stata predisposta dal ministero, desta perplessità la proposta del Prof. Giovanni Biondi (Capo Dipartimento MIUR per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali) nella riunione del 30 novembre al Liceo D’Azeglio, di realizzare delle indagini presso l’utenza per rilevare l’apprezzamento non professionale dei docenti, sulla base di criteri non meglio specificati.

Per le ragioni su esposte, il Collegio docenti del Gioberti delibera la non adesione alla “Proposta di progetto sperimentale per premiare gli insegnanti che si distinguono per un generale apprezzamento professionale all'interno di una scuola" di cui alla Circolare Ministeriale del 18.11.2010

Il Collegio docenti del Gioberti, pur comprendendo l’esigenza di introdurre un sistema di valutazione del personale nelle scuole, auspica che ciò avvenga sull’esempio delle migliori pratiche in uso in altri paesi, nei quali la professionalità docente viene scientificamente valutata e opportunamente premiata attraverso veri e propri avanzamenti di carriera e di salario, e non con un modesto compenso ‘una tantum’.

Votanti = 83
Sì = 74
No = 0
Astenuti = 9

Rendiamoci indisponibili a far parte del "nucleo di valutazione".

http://www.retescuole.net/contenuto?id=20110124114145

Al Collegio Docenti
Al Dirigente scolastico
Ai membri del
Consiglio di Istituto
Ai rappresentanti di classe e di interclasse
Al
Presidente dell’Assemblea dei Genitori della scuola secondaria di primo
grado
Al Presidente dell’Assemblea dei Genitori della scuola
primaria
Al Presidente dell’Associazione Genitori Muzio

e p.c.
All’Ufficio
Scolastico Provinciale

Il sottoscritto Alberto Ciullini,
presidente del Consiglio dell’Istituto comprensivo Franceschi di
Milano,
venuto a sapere che:

- il Ministero ha deciso
di dare il via ad una sperimentazione indirizzata ad individuare dei
sistemi di valutazione e di misurazione delle performance dei docenti,
denominata “Proposta di progetto sperimentale per premiare gli
insegnanti che si distinguono per un generale apprezzamento
professionale all’interno della scuola”;
- che la sperimentazione
riguardante la valutazione coinvolgerà, a seguito di sorteggio,
le scuole della provincia di Milano;
- che il progetto è stato
proposto in prima battuta alle scuole di Torino, Napoli e Pisa, ma i
collegi docenti di queste città si sono espressi in massa contro;
-
che il progetto prevede, nelle scuole che aderiscono, l’istituzione di
un nucleo composto dal Dirigente e da due docenti
eletti dal collegio, più il Presidente del Consiglio di Istituto
senza diritto di voto, con compito di valutare solo i docenti che hanno
manifestato adesione alla sperimentazione;
- che la valutazione dei
docenti avverrebbe sulla base del curriculum vitae, di un documento
di autovalutazione e di “indagini svolte tra studenti e genitori”
per “misurarne l’apprezzamento”;
- che in base alla
valutazione verrebbe stilata una classifica dei docenti e che a
quelli arrivati ai primi posti (ma non oltre il 15-20%) verrebbe
assegnato un premio pari a una mensilità lorda;
- che i risultati
relativi ai soli docenti “premiati” verrebbero resi pubblici
nell’Albo della scuola;
- che tale sperimentazione verrebbe
attuata in un numero limitato di scuole (40) in tutta Italia in
modo da “testare” un “protocollo” da estendere poi a tutto il territorio
nazionale;

dichiara

preventivamente la propria
indisponibilità a partecipare a questo progetto qualora il proprio
istituto dovesse esserne coinvolto, ritenendolo lesivo della dignità
dei docenti, sia come lavoratori sia come persone, e lesivo del ruolo
assegnato alla scuola pubblica dal dettato costituzionale.

Ritiene
infatti che

- la “Proposta di progetto sperimentale”, così come
presentata, non indica materiali, metodi e obiettivi della
sperimentazione, si fonda su numeri che non hanno alcuna valenza
statistica ed è quindi priva dei minimi requisiti di scientificità
indispensabili allo scopo previsto (“valutazione delle scuole”);
-
individuare un modello per la valutazione della professionalità docente
che premi le “migliori performance individuali” significa eliminare
il principio della collaborazione, della collegialità, del lavoro di
team che è ciò che qualifica e rende efficace il lavoro di una scuola;
-
“testare e mettere a punto protocolli di misurazione e valutazione sul
campo per riconoscere e premiare la professionalità” significherà far
emergere una élite che per legge non potrà essere superiore al 20% del
personale (…e se ce ne fosse uno in più?);
- se l’obiettivo è quello
di indagare gli elementi di criticità del sistema formativo pubblico per
correggerli, si dovrebbe investire (non premiare) laddove si
verificano le maggiori difficoltà: investimenti e promozione della
formazione permanente dei docenti, interventi per diminuire la
dispersione scolastica, miglioramenti delle strutture, sostegno agli
insegnanti che operano in contesti di maggiore disagio sociale,
culturale ed economico;
- il coinvolgimento dei genitori e degli
studenti è pretestuoso, demagogico e pericoloso, per le dinamiche
individualistiche che può innescare, senza l’indicazione di requisiti
minimi di competenze previste e un’adeguata informazione e formazione
degli stessi.

Milano, 24 gennaio 2011

Alberto
Ciullini
Presidente del Consiglio dell’Istituto comprensivo
Franceschi di Milano

 



Articolo tratto da: Istruzione: bene comune - http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/
URL di riferimento: http://www.rknet.it/lascuolasiamonoi/index.php?mod=read&id=1295281041